giovedì 31 gennaio 2008

IL GIORNO DOPO

...Il Giorno dopo

16 Jan - 08:12am


La testa pesa sul cuscino, lo stomaco vorrebbe essere pieno di una lauta colazione senza dover chiedere alle gambe di portarlo fino al bar, le membra all'unisono concordano nel voler rimanere a letto.
E' il secondo genito, fratello del vizio, arriva il mattino dopo, ed e' sempre indesiderato.
Ne ho affrontate di peggio: conto fino a 3, mi alzo.
L'acqua fresca scorre sul collo, le mani a conca, la nuca. Un rivolo scivola per le spalle, lungo la schiena. Quando cade sul pavimento e' acqua calda, ma io sono sveglio.
Occhiali da sole e sorriso, il braccio appoggiato al finestrino, dirigiamo a nord, verso il Mont Pelee' (lo so a chi state pensando).

Dopo un certo girovagare, durante il cui imponiamo alla nostra piccola utilitaria il ruolo di fuoristrada, troviamo finalmente l'accesso al sentiero per le cascate. L'aria e' fresca, pungente, siamo alle porte della foresta, in montagna.
Non me la sento di affrontare la giungla a stomaco vuoto: quattro polli fritti ed una coca, pane bianco tostato. Sono Pronto.


Discendiamo in un baratro attraverso delle scale scavate nelle pareti rocciose, il corrimano e' costituito da vecchie tubature del gas saldate insieme, da steccati, e da corde.
Alle porte del Canion attraverso cui scorre l'acqua proveniente dalle cascate ci aspetta la nostra guida: sembra batman. Inguainato in una muta di neoprene nera, con degli scarponi di pelle nera ai piedi, ci aspetta a braccia conserte come il guardiano di un tempio.


Il primo livello consiste nel saltellare da una pietra all'altra avanzando lungo il ruscello, verso la bocca della montagna. Tutto qui?
No, secondo livello: ora il torrente inizia a scorrere abbastanza forte, e bisogna immergersi per risalire aggrappati ad una fune. Terzo livello: arrampicata lungo una lieve cascatella.

Quarto livello: avanzare con braccia e gambe spalancate, tenendo il corpo in tensione fra le pareti per raggiungere lo step successivo. Il percorso continua cosi' fino alla sorgente: un buco di 20 metri scavato per secoli dalla pazienza inarrestabile dell'acqua.
Qui giochi, arrampicate, e tuffi fino a quando l'acqua fredda non ci invita ad andare.

Prendiamo la via di casa costeggiando le spiagge occidentali: una serie di tranquilli villaggi pittoreschi ci passa davanti agli occhi, in particolare St. Pierre merita una visita...
Mentre il sole si puccia nel mare penso alla cena: e' stata una giornata elettrizzante, ci meritiamo una bella bistecca al sangue.

1 commento:

franco carlo ha detto...

La Montagne Pelèe è un pò come il Vesuvio che ogni tanto si risveglia.Da noi ci ha distrutto Pompei ed Ercolano nel 70 D.C. e nel 1947 ha quasi sommerso di lapilli i ditorni di Cava dei Tirreni (cosa che ho visto con i miei occhi)-Li a Martinique all'inizio del secolo scorso il vulcano Pelèe ha distrutto Saint Pierre.Comunque affascinante la gola delle cascate anche se dopo i copiosi ti-punch era ..un pò problematico arrivarci a causa del vizio e di suo fratello minore.

P.S.ho visto che hai tolto il post sulle ultime vicende italiane.Probabilmente non volevi turbarti l'atmosfera caraibica.In fondo tra un aragosta e un ti-punch
..non ti curar di lor ma guarda e passa..diceva il "ghibellin fuggiasco" che di cose all'italiana già allora,era ben esperto.Oggi i Gironi infernali danteschi non sarebbero più abbastanza capienti,e il povero Caronte dovrebbe noleggiare un porta-container di parecchie tonnellate di stazza!