martedì 31 marzo 2009

8 jan 2009 - 20 jan 2009 Wellington's studies...

Anno nuovo prospettive nuove!
Che ci crediate o no, ho deciso di dedicare ben 2 settimane allo studio, alla maniera mia.... che ovviamente significa sveglia alle 7 con super colazione nel bar pasticceria migliore della piazza per poi avere energie e grinta a sufficienza per rinchiudermi in biblioteca fino alla chiusura a.k.a. 8.30pm...
Il motivo?
Cercare di avere un futuro programmato una volta rientrato in italia....ed il programma prevede il ritorno in Nuova Zelanda! Sto infatti lavorando all'application per venire a fare il phd qui a Wellington....
Un paper sulla natura della conoscenza umana, comparata alle forme di cognizione animale, in una cornice evoluzionistica.... (non mi ricordavo che studiare fosse così dura)...

Le foto sono quel poco di wellington che vedo nel tempo libero (la notte)...
di questa città posso dirvi che l'atmosfera è molto coinvolgente ed underground... ma ora sono stanco, e non ho voglia di scrivere una parola di più...
Una parte del centro, dove è tutto un'opera d'arte... c'è una placca che ammonisce i passanti: "Nessuno si trova a wellington per caso, in vero scoprirete che questo è il fulcro della creatività"....

La piazza principale, con la sua curiosa scultura a palla sospesa nell'aria....

Murales...
Una vista aerea della baia che mi ha quasi commosso... non sembra un quadro di fine ottocento?

SOUTH ISLAND

23 DEC 2008 - 08 JAN 2009

Dopo due settimane di ricerche per una macchina usata mi sono reso conto che se aspettavo ancora un po' di beccare l'occasione giusta non mi sarebbe più rimasto tempo a sufficienza per sfruttarla... ho deciso così di volare a Christchurch, nella south island, e di noleggiare lì una macchina, poi tornerò ad auckland in aero o treno o magari mi imbarcherò per quel trasferimento a melbourn, chi lo sa?



Le settimane passate al sud sono state davvero belle, complice anche un clima molto più aggradabile di quello della north island.












Per natale ero a Wanaka, ho cucinato una megalasgna per quasi tutto l'ostello che è stata eletta all'unanimità il pranzo più succulento mai apparso sulla faccia del tavolo di un ostello, al mondo. Poi si è festeggiato in stile ostello: tanto da bere, balli, giochi stupidi atti a far ubriacare tutti, qualcuno ha suonato la chitarra...






La cosa curiosa è che in questi posti, pieni zeppi di ragazzi "scappati di casa", si tende a ricreare sempre un'atmosfera "familiare" in cui ognuno gioca la parte di un membro della famiglia: c'è la figlia lasciva che fa arrabbiare il padre padrone, il cugino segretamente innamorato della parente, la moglie fedifraga, la zia pazza, lo zio benevolo, il bambino prodigio, il figliol prodigo che odia il bambino prodigio, la nonna che dispensa buoni consigli non potendo dare più il cattivo esempio, la consuocera maleaccetta, il parente rifiutato per la sua bassa occupazione sociale, lo zio d'america, il nipote in crisi esistenziale, e chi più ne ha più ne metta...

Wanaka è decisamente il mio posto preferito: siamo andati a cavallo e poi in barca. Ad un prezzo ridicolo abbiamo noleggiato un piccolo cabinato, su cui ho portato in giro per il lago la mia ciurma. Purtroppo Samantha non si è sentita molto bene e così abbiamo dovuto limitare il giro ad una piccola navigazione con stop all'isoletta più vicina.

Dopo wanaka è stato il turno di queenstown, dove ho passato il capodanno e festeggiato il mio primo anno in giro per il mondo con una duplice ignezione di adrenalina: day 1, skydive da 15.000ft; day 2, NEVIS bungy jumping, 134 metri di caduta libera nel vuoto...

Non ci provo nemmeno a descrivervi l'emozione...

Dopo queenstown è stata una discesa verso Milford Sound e poi una risalita verso Christchurch con stop vari ad arrowtown, lake tekapu e affini.
L'ultimo giorno avevo da fare 450 kilometri in 3 ore per riportare la macchina in tempo... per fortuna le strade sono generalmente buone e così riuscivo a tenere una media di 180km ora.... fino a quando non mi ha fermato la polizia....

- "sì ho capito siete forestieri... ma i cartelli sono internzionali... e poi di quanto è il limite di velocità in europa?"
- "dipende, fino a 150 km ora..." rispondo cercando di avere la faccia più credibile del mondo...
- "vada, va..."













Se vai in Nuova Zelanda, non comprare i limoni!!!

Perfortuna posso contare sull'amicizia di Derek che da esperto meccanico mi ha messo in guardia sui difetti più comuni che fanno di una macchina usata un cosiddetto "limone". Il termine, di certo curioso all'orecchio italiano, è invece di uso comune nei paesi anglosassoni e si rifà al noto articolo "The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism" che valse il premio nobel all'economista George Akerlof per la più ampia applicazione al concetto di asimmetria informativa nel mercato.
Nel mio caso c'è poco da fare: volendo comprare una macchina usata il massimo che si può fare per evitare di ritrovarsi con un amarissimo limone è controllarla accuratamente e cercare di informarsi su eventuali difetti di fabbrica... ancora e sempre l'informazione è il vero potere... Come ha fatto Berlusconi ad essere così intelligente da capirlo, e tutti gli altri così stupidi da lasciarglielo sfruttare senza batter ciglio rimarrà uno dei misteri più curiosi della storia...

martedì 17 marzo 2009

AUCTION!!!!

13/12/08 AUCTION!!

Sempre in cerca di un paio di ruote per mordere la strada e lanciarmi alla scoperta della nuova zelanda, mi sono imbattuto quasi per caso nell'annuncio di un asta di macchine particolarmente famosa e grande. Così un pomeriggio senza niente di particolare da fare ho deciso di andare a dare un'occhiata ai veicoli ed ai prezzi in questo grande capannone alla periferia di auckland.
Totalmente novizio all'ambiente delle aste, i risultati sono stati totalmente esilaranti.
Seduto tranquillamente sulla mia sedia fra i contendenti, sfogliavo il giornale dei lotti in arrivo sul bancone dell'asta, cercando di darmi un tono come compratore navigato. Ed ecco che il banditore inizia a presentare il primo lotto: una bella macchina del 1999, freni revisionati, assicurazione, unico proprietario, etc, etc... Non stavo già più prestando attenzione quando il colpo di martello dava inizio all'asta.... TOC! Ed il banditore inizia a riversare un fiume di parole incomprensibili con una monotonia a 500cc che farebbe invidia alla marmitta di una ferrari... dopo neanche mezzo minuto stavo trattenendo a stento le risate. (guardate il video)


Passata la parte esilarante è poi iniziata la parte tragicomica: i compratori esperti nelle aste non vogliono farsi vedere mentre puntano, quindi tutto il sistema è basato su cenni ed ammiccamenti impercettibili, segni codificati come alzare un giornale, arrotolarlo, puntarlo in alto, in basso o a terra... ovviamente tutto ciò porta ad equivoci terribili... ed infatti ecco che appena mi gratto sotto il mento col giornale arrotolato il banditore mi punta alzando il prezzo! No, No! Cerco di segnalare sventolando la mano aperta.... “500 MORE!” grida quello!... la situazione è fuori controllo: basta alzare un sopracciglio, soffiarsi il naso, accavallare una gamba... alla fine imparo la lezione: mai, mai, mai guardare il banditore e stare assolutamente immobili ed impassibili!
Per fortuna quel giorno c'era qualcuno più interessato a quell'auto di me...

OFFRO UN GILIONE DI DOLLARI!
Chiaramente passata la prima esperienza e lo svezzamento, sono andato ad altre aste (anche perchè in effetti si possono trovare davvero dei buoni affari) questa volta però cercando di atteggiarmi a professionista...
Abbigliamento da compratore di aste: Cappello a visiera verde fluorescente preso a nolo da ex-biscazziere della periferia di Auckland; Occhialoni da sole super scuri modello cieco allo stato terminale; Orribile cravatta fantasia cavalloni presa in prestito dal vecchio botteghino dell'ippodromo, su camicia a scacchi tipo taglialegna di montagna; Pantaloni anni 70 residuati da una soap opera di terzo ordine; scarpe in camoscio col frangettone; alle mani anellazzo finto oro, e mozzicone di sigaretta spento sempre in bocca...

mercoledì 11 marzo 2009

RICAPITOLIAMO 4: A BORDO DI POINT ZERO

Ricapitoliamo 4: 12/12/08 A BORDO DI POINT ZERO.

No, non sono vestito da Babbo natale in vacanza marina in Nuova Zelanda... fa davvero un freddo cane!
Qualche giorno fa sono stato accolto da Gabry ed Andrea a bordo di Point Zero, ed insieme veleggeremo lentamente lungo la costa est per arrivare ad Auckland! A bordo completano l'equipaggio Dana, amica del cuore di Gabry, e Franco il Decano dello yacht.
Nel frattempo gli stop sono frequenti, un po' per godersi il paesaggio comunque emozionante a dispetto del tempo ballerino, un po' perchè il clima non è dei piu' miti, e specialmente le traversate notturne mettono a dura prova la nostra resistenza del freddo ormai resa praticamente nulla da piu' di un anno passato fra i tropici.


Point Zero è un bellissimo sloop di 55piedi della Hans, tenuto in maniera "svizzera" da Gabry ed Andrea, che seguono scrupolosamente i dettami della buona disciplina navale inglese, non lasciando nulla al caso ed occupandosi di ogni centimetro (ops, "pollice") della barca proprio come fosse quello del loro figlioletto prediletto.
Incontrati (o meglio incrociati) per caso durante una navigazione notturna nelle acque polinesiane (in cui fra l'altro si è sfiorata una collisione) da quel momento in poi siamo stati compagni di veleggiate fino alla nuova zelanda, ed è per me un vero piacere ora essere a bordo con loro (le vie del mare sono infinite).

La crociera verso sud ha annoverato:
- bellissime e salutari passeggiate sulle verdi colline neozelandesi, con viste mozzafiato delle coste frastagliate.
- una battuta di pesca subacquea in cui io ho giocato il ruolo fantozziano del goffo aiutante di Andrea, che per il giubilo dei nostri palati tutti è invece un buon pescatore d'apnea. Il freddo (alla mia pella disumano) delle acque di caccia mi ha provocato un malditesta lancinante alleviato solo dal piacere del sushi gustato alla sera, durante la pesca io cercavo di raggiungere il fondo imitando andrea (senza pesi e con una muta 3 volte piu' larga della mia stazza la cosa risultò più simile all'allenamento a zero gravità di un astronauta per caso pure leggermente brillo).
- l'incontro con una balena (io sospetto uno squalo-balena) gigante: il bestione ci ha prima regalato un paio di emersioni spettacolari proprio di fianco a noi, mostrandosi in tutta la sua lunghezza (quasi pari a quella della barca), poi un paio di infarti, quando ha iniziato a giocherellare da un lato all'altro della barca passando sotto lo scafo (a quanto pare il naufragio del primo catamarano di Massimo fu causato proprio da un colpo di coda di una balena).
- le evoluzioni culinarie di Andrea e del sottoscritto, che hanno prodotto fra l'altro: lasagne, parmiggiana di melanzane, sacher torte, spaghetti alla cernia, e pesce in quantità oltre che risotti e altre delicatess.


Alla fine della settimana, l'ingresso a vela nella spettacolare baia di Auckalnd credo sia stata un'emozione fantastica per tutti, con un incrocio interessante anche della ex-barca di coppa america kiwi.
I festeggiamenti si sono prolungati nella notte con incursioni ripetute in diversi bar di ponsonby di cui potevo vantare una certa acquaintance...



lunedì 2 marzo 2009

RICAPITOLIAMO 3: AUCKLAND

19/11 MR. COCCODRILLO DUNDEE o la sindrome di Mowgly.

Non so neanche a quale personaggio letterario o cinematografico rifarmi, sta di fatto che dopo otto mesi passati nel pacifico (a volte in posti così remoti e selvaggi che lasciarli mi è sembrato tanto fastidioso quanto calzare un paio di scarpe nuove) mi ero dimenticato cosa fosse una Città. Papetee è infatti un villaggio con qualche macchina ed un mercato un po' più grande, e l'ultima città vera e propria per cui avevo camminato si trattava di Panama.

Ora sono ad Auckland, ed uno strano senso di alienamento mi fa come galleggiare tra la folla. I miei sensi non sono più abituati né agli stimoli, né ai tempi, né alle architetture della città: al semaforo temporeggio, mentre passeggio per i marciapiedi trovo difficile la gestione degli spazi tra la folla, una macchina che mi sfreccia di fianco mi fa sobbalzare come un animale selvaggio. Di fronte alla scala mobile incespico nel cercare di muovere il passo. Le luci al neon mi disorientano, chiedo consiglio per un buon espresso e mi spediscono al terzo piano B, sezione A della torre 2 di un mega centro commerciale/cinema/foodcourt. Una selva di scale mobili ed ascensori che non sono capace di districare conduce all'agognato caffe, dove l'ordine si fa al computer... ma che cazzo è?


Per fortuna l'alienazione da indiano è durata poco. Qualche giorno districandomi tra i mezzi e le infrastrutture moderne mi ha riportato in grado di apprezzare le comodità della così detta “civilizzazione”: fare colazione con cappuccino e brioche, andare al cinema, disporre di una connessione ad internet veloce ed affidabile che permetta di accedere a tutte le informazioni e di comunicare con amici lontani, disporre a proprio piacimento di negozi di libri, musica, e di ristoranti con cibi diversi e vari; mi sono tuffato in tutte queste cose come un ragazzo di campagna che incontra per la prima volta la Città.

Auckland è una città bella e viva, sul mare vanta uno dei porti turistici più grandi del mondo: 1000 posti barca, ed al suo interno tante attrazioni: parchi e cafe, torri, ed il museo sulla cultura del Pacifico più interessante che si possa trovare. Topograficamente si tratta di una città collinosa, che fa fare tanto esercizio a chi come me piace girare a piedi.


Per la prima settimana mi hanno ospitato Fiona e Derek a casa loro, poi mi sono stanziato di base al Ponsonby Backpackers, ostello che prende il nome dal quartiere in cui risiede, che fra l'altro è il più “in” di tutta la città (una sorta di Soho neozelandese).Da qui mi sono dedicato ad un po' di vita mondana frequentando i vivaci bar all'aperto per l'aperitivo e stringendo amicizia con i kiwi, che come gia' ampiamente riportato sono estremamente simpatici ed estroversi perfino qui in una grande città.

Il bello di Auckland oltretutto è che a breve distanza di macchina si raggiunge luoghi suggestivi e bellissimi come:

la stupenda spiaggia di sabbia scura apparsa anche nel film Lezioni di Piano


percorsi di trakking lungo coste magnifiche, come quello che ho fatto insieme a Charly ed Helen:














o la quieta e verde cittadina di Devonport, che si affaccia sulla baia di Auckland, e da cui ammirare la skyline al tramonto è un vero piacere:



Ma anche il semplice camminare per le strade affollate fra i grattaceli per poi svoltare un angolo e trovare un parchetto con alberi bellissimi e contorti che ricordano quelli delle favole è un piacere tipico di Auckland, che come se non bastasse orna questi parchi con splendide architetture maori.

Per esplorare con calma il paese il mezzo migliore è una macchina: noleggiarne una sarebbe molto piu' costoso che non comprarla, così ho deciso di mettermi al setaccio del mercato dell'usato. Ovviamente la piazza piu' fornita e conveniente è quella della stessa Auckland che offre due Backpackers Car markets, una quantità pressochè infinita di offerte private facilmente consultabile fra la selva di fogliettini e note di vendita appese nelle bacheche di ogni ostello e supermercato, e quattro o cinque grandi siti di aste.
I prezzi sono convenienti ed i veicoli in genere in buono stato (con 700 euro già si può ingranare la marcia di una subaro impreza degli anni 90) oltre ad offrire spesso equipaggiamenti da campeggio, bivacco, e sport vari inclusi nel prezzo.

Inoltre l'affluenza pressochè continua di backpackers da tutto il mondo assicura una buona possibilità di rivendere il mezzo alla fine dell'utilizzo; e se lo si compra a novembre (fine bassa stagione) e lo si rivende intorno febbraio (piena alta stagione) è assicurato anche un certo margine di guadagno....
Che dire allora? HIT THE ROAD BABY....










domenica 1 marzo 2009

RICAPITOLIAMO: new zealand, PRIMA PUNTATA.

Ok, OK, ci sto lavorando.... nei prossimi giorni mettero' qualche foto e racconti sui tempi passati in new zeland, poi australia ed infine quello che ho fatto nelle ultime 3 settimane in malesia e thailandia....

p.s. soffro lo stress telematico.


07/11 Valli verdi e persone cordiali (scalze).

L'impatto con la Nuova Zelanda è... verde, in tutti i sensi. Il paesaggio è bellissimo e quasi mistico. Sarà per le lunghe miglia percorse, sarà per il fatto che ci troviamo agli antipodi esatti rispetto al mediterraneo, ma l'atmosfera che permea questo posto è davvero speciale. Certo una parte consistente giocano anche la nebbia agli irti colli che spesso si alza e la cordialità della gente locale che sembra davvero da altro mondo. La nebbia è dovuta al clima che non è certo mite: si va dal freddo di quando è nuvoloso al caldo quasi fasatidioso di quando è soleggiato, ma per lo più si tratta del primo (che per chi ha passato un anno fra le acque calde dei tropici è davvero pungente). La cordialità della gente non so bene a cosa ricondurla, tanto è spassionata e genuina, e tanto lontana dal frenetico e scontroso modo di fare europeo (specialmente delle grandi città). Una spiegazione potrebbe tirare in ballo la densità di popolazione: in new zealand abitano solo 4 milioni di abitanti per un territorio per lo più pari a quello italiano, di cui oltretutto 2 milioni circa sono circoscritti nell'area di auckland. Sono frequenti battute (che hanno però un fondo di verità) a riguardo: “in nz abitano più mucche che kiwi”, “la popolazione dominante è caprina: in nz ci sono 20 pecore ogni homo sapiens”.

Ad ogni modo siamo di fronte ad un ristretto numero di autoctoni che incontrano ogni anno un numero quasi pari di turisti (stima 2 milioni) e lo fa accogliendoli con calore e gentilezza. Sto parlando di sorrisi spontanei e solari, di una voglia sincera di aiutare ed accogliere.

In genere sono tutti molto aperti e felici di fare conoscenza o semplicemente di godere di una chiacchierata frugale, a tutti i livelli sociali e di educazione, che a differenza di molti altri posti non soffrono di barriere classiste alcune. Insomma ci sarebbe tanto da imparare, sopratutto perchè qui è evidente che la serenità è un vortice che si auto alimenta attraverso le persone che la dispensano.


15/11 WHANGAREI e riassetto barca.

Dopo aver passato qualche giorno a nord intorno alla bay of islands, il catamarano frasimada (con a bordo il suo nuovo membro d'equipaggio, mitico nocchiere nonché cambusiere specializzato in rifornimento vino, Massimo Forcellino) ha fatto vela verso whangarei. La traversata notturna è stata particolarmente scomoda: pur navigando sempre a vista costa abbiamo incontrato grandi onde, spesso incrociate ed addirittura contrarie, nonché vento di traverso/bolina fino alla fine. Senza contare che ha fatto un freddo mostruoso (credo di non aver mai avuto così tanto freddo negli ultimi 14 mesi) eppure indossavo praticamente tutto il mio guardaroba ed ero lievitato ad una stazza di 3 metri cubici. Comunque per raggiungere il marina di Whanngarei bisogna risalire un lungo fiordo sul fondo del quale, pur a conoscenza delle maree ed in comunicazione col marina, siamo riusciti ad arenarci. Poco male, abbiamo buttato la pasta ed aspettato che la marea risalisse.

I giorni passati a whangarei si alternano per lo più in piccoli lavoretti alla barca e giri nei vari shop dei dintorni per cercare le cose di cui abbiamo bisogno.



Incontro che merita una menzione è quello coi rocamboleschi mezzi di locomozione locali, come da foto: