venerdì 29 febbraio 2008

Anima & Polvere

22/02
Su e giu' per mezza Samana',
sulle guas-guas di mezza Repubblica dominicana.


Tanto per cambiare ho scelto la strada piú' tortuosa, certo che sia sempre la piu' intensa e affascinante.
Volendo andare a est a punta cana, sulla costa snob per intenderci, ho deciso di fare un bel percorso hard-on-the-road... Sveglia (come se avessimo poi dormito) alle 6 del mattino, passaggio sul camion dei muratori fino al primo paesino toccato dalle rotte delle guas-guas, cambiato un paio delle suddette fino ad arrivare a Samana' per le 10, giusto in tempo per imbarcarmi ed andare a vedere le balene riprodursi.
Tempo di merda, mare agitato, diluvio universale, ma almeno 4 balene avvistate.
Ritorno tranquillo seppure fradicio, asciugo al sole mordendo un toast e passandomi una birra gelata sulla fronte.
Si riparte.
Navetta di sette metri ad uso traghettino, stracarica, aiuto un passeggero in sieme ad altri 5 volontari a caricare la moto sulla poppa... per poco non cadiamo a mare tutti quanti con la moto. Navigata tranquilla fino all'altro capo della baia, senonche' scopro che il traghettino non arriva la molo ma si ormeggia ad una boa: mentre guardo arrivare una lancia in legno che sta su con lo sputo sorrido mentre penso a come diavolo possano pensare di caricarci su una moto...

Architectonically Incorrect, la bellezza dell'accrocchio.

19/02
Chiudad Colonial,
S. Domingo
Tarde.

Cammino per le strade di un quartiere particolare. E' stato nominato patrimonio dell'umanita' ed in effetti e' impregnato di un fascino cinematografico... pero' scommetto che se qualcuno ci venisse a vivere dall'europa, scapperebbe inorridito da questa topaia: le strade sono dissestate, i palazzi sgarrupati, i pali della luce sembrano essere accrocchiati con eccessiva disinvoltura, come se ogni passante che necessiti di fare una telefonata o ricaricare le batterie della macchina si fosse semplicemente arrampicato per il palo e collegato ad un cavo, poi lasciato li' penzolante...
Eppure tutto questo essere fuori dai canoni di bellezza, ordine ed armonia a cui siamo abituati e' in effetti bello: affascina, attrae... stimola la vista con angoli nuovi, presenta pareti a strapiombo, finestre storte, balconi inclinati porte che danno nel vuoto. Probabilmente e' proprio per questo che e' bello: stimola il cervello impigrito dal Canone a scardinare i vincoli della bellezza a cui e' abituato, lo punzecchia, occasionalmente lo irrita, sempre lo scuote. Poi ha tutto il fascino particolare delle cose sbagliate, come il negroni e i tradimenti, delle cose contro, di quelle che non si devono fare, di quello che non e´ giusto... di tutto cio´ che in pochi capiscono, e solo dalla nascita...

MARMELLATA & BACKGROUND

21/02
Las Terrenas, Peninsula de Samana’
Dominican Republic


Mi sono svegliato presto stamattina e sono andato a fare colazione da Luigi.
Luigi e’ un omone napoletano sulla 60ina, coi baffi e i capelli grigi; possiede un residance che assomiglia alla casa della strega di Hans & Gretel, solo che al posto di bastoni di zucchero e tegole di cioccolata qui ci sono palme di cocco e quadri colorati ovunque. Una larga costruzione a due piani, per gran parte in legno, circondata da un vasto giardino seminato di quadri, bandiere e cianfrusaglie. Luigi vive qui da 20 anni, gli chiedo di raccontarmi un po’ della Repubblica Dominicana.
- Il grande probblema e’ che qui non tengono cultura, ed in piu’ – su questa mancanza di cultura – e’ stato costruito il palazzo del consumismo, che naturalmente cade pezzo pezzo.
- La cosa che mi ha piu’ colpito e’ la sporcizia che c’e’ ovunque, qui usano un bicchiere di plastica e poi lo buttano dove sono: per terra, sulla spiaggia, o in mare non importa. E’ strano, di solito e’ il turista zoticone e menefreghista che lascia la sporcizia, qui invece mi sembra che siano loro ad aver meno considerazione della loro stessa terra.
- Ma si’, ma tu raggioni da europeo, aehh. E qua’ non ci pensano proprio, non gliene frega niente, ma non ci pensano proprio all’inquinamento... ma hai visto quante macchine, e in che condizioni vanno in giro?
Le avevo viste. La strada per arrivare a Las Terrenas era stata un’odissea in pullman e pulmini che qui chiamano guas-guas.
Lungo le strade scassate e a tratti sterrate, piene di buche, a volte persino crateri, viaggiavano macchine altrettanto scassate e rattoppate: senza fari, senza parafanghi, con le ruote diverse le une dalle altre, a volte perfino senza parabrezza o portiere.
Nessuno rispetta il codice della strada. Facilmente il 90% dei guidatori non ha la patente, se ce l’ha non conosce il codice della strada, e quei due che lo conoscono si sentono abbastanza sicuri da non rispettarlo. E’ un rodeo in cui ognuno svincola, si infila, sorpassa, svolta o fa inversione quando vuole o quando riesce.
Il clacson e’ il mezzo di comunicazione di massa, lo usano per qualsiasi motivo e per nessuno: chiedono strada, attirano l’attenzione, flirtano, si propongono come taxi ai turisti, comunicano una svolta, si salutano, annunciano una fermata. Il risultato e’ un fragore assordante sotto forma di codice clacson-morse.
- Ma vent’anni fa com’era qui?
- Ehhee, era tutta n’altra cosa... non c’era nulla: natura e villaggi di pescatori...
Continuo la discussione a pranzo con Stefano, che si e’ trasferito qui da una decina d’anni e fa la guida turistica.
- Il punto e’ che qui e’ arrivata la globalizzazione senza tutte le fasi intermedie precedenti: da un giorno all’altro hanno iniziato a vedere in concreto il consumo, e nell’arco di una generazione si sono persuasi che il benessere e’ il consumare, il consumare all’eccesso, lo sprecare.

Rifletto su queste idee. Mi vengono in mente titoli del Corriere letti chissa’ quando come “Perche’ non possiamo non dirci cristiani”, o dibattiti intorno a “Le nostre evidenti radici greco-romane” su periodici culturali come Micro-Mega. Mi vengono in mente le chiacchiere su “la buona famiglia”, le batutte “di chi sei figlio tu?” o “ma come nasce?”. Nei sogni popolar-democratici dell’adolescenza le avevo relegate nel mucchio delle ottuse considerazioni reazionarie di boriosi campanilisti e tradizionalisti ignoranti di altre culture. Ora, con occhio piu’ freddo e disincantato, ne inizio a cogliere la parte di verita’: non si puo’ passare dalla zappa alla agricoltura biologica, dal mulo alla moto, dal baratto alla rateizzazione per comprare cose di cui il bisogno e’ costruito ad hoc, senza vivere i passaggi intermedi. Soprattutto non si puo’ passare da una societa’ in cui il denaro ha un ruolo strumentale e comunque secondario (in alcuni piccoli villaggi di pescatori e’ tuttora prevalente il baratto basato su una specie di piccoli granchi) ad una societa’ in cui l’identita’ personale e’ addobbata dalla quantita’ di denaro che si possiede e dalle cose che esso puo’ comprare.
Questo salto dai piedi scalzi agli occhiali di Gucci, dalla latrina fuori casa alla ambita jacuzzi, genera le contraddizioni di societa’ orfane di una storia, di uno sviluppo gradualmente accordato nei secoli da progressivi contatti con differenti culture.
I parti di queste “sveltine della storia” presentano la spettacolarita’ degli aborti, in cui i caratteri bastardi attingono dagli estremi opposti. Vedrete allora casino’ sberluccicanti e fast food ovunque, librerie sempre chiuse, biblioteche abbandonate e strade dissestate, vedrete fogne a cielo aperto ed acqua razionata sullo sfondo di megayacht scintillanti e docce di champagne, vedrete poi cittadine come bomboniere della costa smeralda e dopo pochi kilometri gente che dorme per terra.
Vedrete la Miseria; e la Nobilta’ take-away.

PER OGNI PICCOLA DISTRAZIONE O DEBOLEZZA...prima notte a Boca Chica.

16/02
Boca Chica, Rep Dominicana
03.23am


e sono uscito solo solo per la strada,
ho camminato al buio senza meta
finche’ ho sentito cantare in un bar...


Arrivato nel paesino ero proprio stanco, ma come a volte capita quando si e’ dormito poco per giorni l’adrenalina ancora in circolo mi teneva sveglio... Cosi’ sono sceso dal letto per andare a fare un giro.

Prima solo periferie, grandi viali un po trascurati, poi andando verso il lungomare la musica cresceva e si iniziava a vedere un bagliore riflesso nel cielo. Tutto ad un tratto, svoltato un angolo, il paesaggio di viali oscuri e semideserti si e’ squarciato in un casino di luci, musica tamburellante e viavai di persone che passavano da un locale all’altro.
Camminavo in mezzo a questo saltellante crogiolo di persone, caricato dalla musica e dalle risate chiassose, poi il sorriso di una ragazza seduta da sola al bancone, avvolta in un bel vestito colorato, mi ha fatto scegliere quel bar. Mi siedo di fianco e attacco bottone.... Abbian bevuto, e poi ballato... Abbiam fumato, e poi parlato... andava liscio, tutto liscio come l’olio, poi lei mi ha sussurrato nell’orecchio e la mia bocca e’ sbocciata in un sorriso a 32 denti.
Per i primi cinque secondi il mio Ego si e’ gonfiato come una mongolfiera, sentendomi piu’ tosto di James Bond, e compiacendomi di essere stato piu’ efficiente di Califano al festival bar, poi pero’ la proposta e’ giunta al cervello, ed era troppo diretta, elaborata, e particoleggiata per non far nascere qualche dubbio...
Mi sono allora guardato in giro, e fu come se avessi aperto gli occhi solo allora: ai tavolini ragazze giovanissime e semivestite si facevano tenere sulle ginocchia di uomini di ogni eta’, ponendo disinvoltamente le mani dove capitava, e ridendo troppo di gusto a qualsiasi stupidaggine; piu’ in la’ alcune passeggiavano avanti e indietro accarezzando sul petto gli uomini che incontravano ed aspettando un invito. Alla fine del viale poi, in un parchetto buio, delle ombre si incontravano e se ne andavano insieme troppo velocemente e con troppa frequenza. Alla fine ho realizzato che non ero in un bar sul litorale di una localita’ balneare, non ero neppure in una cittadina turistica: ero al mercato, sezione carne fresca...

EL PECHENO OVVERO IL TRAFFICONE.

15/02
Boca Chica,
Dominican Republic
19.30pm


Nei paesi poveri uno dei problemi principali e’ la disoccupazione della maggior parte pella popolazione, tanto che, ad esser precisi, bisognerebbe parlare di paesi dalla popolazione povera.
Infatti sono ormai pochi i paesi davvero poveri: anche in posti dalla moneta debole come le Grenadine o Antigua, il Marocco, l’India, il Brasile o la stessa Rep Dominicana, la macchina del turismo e della globalizzazione ha portato ricchezze e risorse.
Il punto e’ che queste richezze e risorse sono create dagli occidentali per gli occidentali: gran parte dei locali infatti non solo non vi prende parte essendo disoccupata, ma non puo’ nemmeno usufruirne proprio perche’ povera in quanto disoccupata.
Non riuscendo a ritagliarsi la propria fetta con un lavoro regolare si ricade nelle due principali occupazioni “a latere” che attingono dalla macchina del turismo: quella per cosi’ dire “attiva” delle fakeguide e quella “passiva” dell’accattonaggio.
Questa divisione e’ naturalmente di comodo e certamente di massima, basti pensare a quanto spesso l’accattonaggio possa essere tutt’altro che passivo (sfiorando addirittura l’estorsione) e quanto l’attivita’ delle sedicenti guide tutt’altro che produttiva (mirando solo a farsi offrire una birra o il pranzo).
Ad ogni modo l’accattonaggio ha due forme principali di esecuzione: una attraverso i bambini e la manifestazione di miseria, l’altra (vecchia come il mondo) consistendo nella messa in mostra di deformita’, malformazioni, mutilazioni, malattie e stati particolari di indigenza.
Ma in tutti i casi il punto su cui si fa leva e’ il divario di condizione tra il mendicante ed il turista, intavolando un sottile ricatto morale: “come fai tu, che stai cosi’ bene, a guardare me, che sto cosi’ male, e a non darmi dei soldi?!” La stessa subdola arma psicologica viene usata dai trafficoni (o come li chiamano gli americani “fake guide”) per attaccare bottone: “Ma come, io ti sto dando accoglienza nel mio paese e tu non ti degni nemmeno di fermarti a fare due chiacchiere?!?”. Una volta fermato e sbrigati i convenevoli inizia l’offerta pressante di ogni genere di servizio (sempre in amicizia, ben inteso) salvo poi intascarsi creste enormi o richiedere espressamente il conto.
Coi trafficoni la faccenda e’ piu’ delicata, perche’ in qualche caso possono rivelarsi davvero utili negoziando un prezzo comunque piu’ basso di quello che saresti riuscito a strappare tu, mostrandoti posti in cui non avresti potuto metter piede senza essere assalito da una mandria di postulanti, o portandoti nell’hotel piu’ economico che non avresti trovato da solo. Tutto sta nel saper riconoscere quelli in grado e disposti a fare tutto cio’ dai semplici scrocconi ed approfittatori.
Inizia poi un durissimo duello di astuzia e diplomazia per cercaqre di ottenere quello che si vuole senza farsi fregare, o meglio, cercando di farsi fregare il meno possibile (tutto sta nel decidere subito da chi e quanto farsi scucire, una volta pagata quella “gabelle” si stara’ tranquilli per un po’).
Se invece si scaccia bruscamente il trafficone si puo’ incorrere in diverse situazioni, pressoche’ tutte negative e comunque peggiori. Nel migliore dei casi si sara’ assaliti da ondate incessanti di questuanti, scrocconi e trafficoni d’ogni sorta, fino a quando – stremati dal numero e dall’insistenza si scucira’ qualche soldo solo per levarseli di torno, senza neppure avver ottenuto null’altro che un po’ di pace in cambio. Nel peggiore dei casi, invece, un atteggiamento scontroso potrebbe far scattare la rabbia della bestia affamata, e nessuno veramente furbo vorra’ trovarsi contro un affamato che non ha nulla da perdere...

Era da S. Vincent che non mi imbattevo in un trafficone. Dalla Martinica in su’ le isole sono abbastanza ricche da escluderne la presenza (non saprei dire se per una migliore condizione di vita generale, o se per coercizione da parte delle forze dell’ordine).
Ma eccomi appena arrivato a S. Domingo che vengo avvicinato da un omino in giacca e cravatta: come primo lavoro farebbe parte di un qualche fantomatico ufficio dell’aereoporto, ma in realta’ approfitta del flusso dei turisti per incanalarli negli hotel dei suoi amici. Per ogni tot si fara’ dare qualche soldo.
All’aereoporto non partono e non arrivano autobus, e’ una politica diffusa in varie isole per dare lavoro allo spropositato numero di tassisti (il lavoro “regolare” piu’ diffuso fra gli uomini locali). Alla dogana mi avevano detto che il taxi per la Capital poteva costare 40$, “el pecheno” mi dice che puo’ ottenerlo per 20, in piu’ mi presentera’ una italiana che affitta camere ad un prezzo conveniente. Un buon affare, accetto anche perche’ e’ proprio quello che cercavo.
Alla fine daro’ al pecheno 5$ di mancia ed in totale avro’ speso comunque meno che muovendomi da solo e risparmiando un sacco di tempo ed energie... Ovviamente lui cerchera’ di rilanciare, ed il tassista dietro di lui... e’ sufficiente non farsi intimidire e soprattutto avere una pazienza apollinea: se poi si e’ stati chiari fin dall’inizio sulla somma si risparmiera’ tempo e denaro.

giovedì 14 febbraio 2008

LA TERRA BRUCIA SOTTO I PIEDI

14/02
In volo, caraibi del nord...


Ce l’ho fatta... Lavorando come un mulo per 3 giorni sono riuscito a mettere da parte i soldi necessari per volare. Ora alle spalle ho St Maarten, con le sue luci al neon e le sue contraddizioni, e davanti Santo Domingo, con altre luci e altre contraddizioni, ma certamente anche altre nuove bellezze...
Di St Maarten una delle cose che mi ricordero’ di piu’ sono le crewhouse, in particolare ovviamente quella dove stavo io... “Smiely’s Crewhouse”: quei magnifici crogioli di marinai ed hostess da tutto il mondo, di scansafatiche e casinisti, di feste, risate, sogni, e casse di birre vuote da gettare la mattina...
Ogni mattina (ma si dovrebbe piu’ dire pomeriggio) ognuno giurava di esser determinato a trovare una barca su cui lavorare, ma poi all’approssimarsi della sera era dolce sapere inconsciamente di non avere impegni per la mattina successiva...
...siamo solo noi,
quelli che non han voglia di far niente,
rubano seeeempreeee!!!...

COMPRARE LA STRADA PER CUBA, un lavoro fatto con Passion

St Maarten, 12.37am

Una goccia di sudore si distacca dalla mia fronte e cade a perturbare una pozza d’acqua sul bel ponte in teck che sto lucidando... Mano a mano che i cerchi concentrici si fanno piu’ radi e l’acqua si cheta distinguo una figura riflessa... e’ la faccia di uno che mi assomiglia, solo con una barba piu’ folta e incolta e l’aria un po’ piu’ stravolta...
Il tizio simile a me mi ammonisce: “muoviti, prima finisci e prima potrai andare a mangiare... e poi vorrai farti il solito aperitivo e bagno al tramonto no? Dunque devi pranzare in fretta altrimenti non riuscirai a fare le 8 ore che ti servono!”
E tu chi saresti? Il mio mentore? Sono stanco, okey?!... mi sono svegliato alle 6 per venire a lavorare su questa merda di supermega yacht e lo sai che alla crewhouse non si va mai a dormire prima delle 3... e poi anche se facessi un’ora in meno... per quello che mi pagano...
“Hey mate, the deck is ok, now give a good one to all the windows and then come down for the lunch” - mi risveglia la voce del secondMate alle mie spalle.
Ora sono appeso al banzigo, penzolante le lunghe ed alte pareti dello yacht, a lucidare chilometri di vetrate… Ma chi me lo fa’ fare? – penso mentre il braccio comincia a farmi male.
“I soldi, bellezza” – il tizio che mi assomiglia nello specchio non molla – “I soldi... siamo ormai a meta’ febbraio e non puoi piu’ permetterti di andare in repubblica dominicana in barca... ci vorrebbe troppo tempo, lo sai: dobbiamo perforza volare se poi vuoi avere modo di vedere con calma anche Cuba ed allo stesso tempo essere a Panama per i primi di Aprile... Quindi smettila di tormentarti: lava sto ponte, lucida quegli oblo, ripulisci quella cazzo di sala macchine, e pensa solo che lo stai facendo per essere fra qualche giorno su una spiaggia bianca della repubblica dominicana a bere mohito e fumare cigarri... non e’ poi cosi’ male no?”

sabato 9 febbraio 2008

Sprazi di Italia

In questi giorni ho letto un po' i quotidiani italiani, mi sono informato, dopo tanto tempo alla pioggia di notizie per sentito dire.

E' triste dirlo ma sono contento di essere ai caraibi... mi rincuorano due cose lette, una di Bellone su Le scienze a proposito del Papa e della sua orazione mancata (e per questo arrivata ancora piu' forte); l'altra di Grillo che riporta l'incazzatura sfogata da due raggazzi ad annozero...
Leggetele, fa bene.
editoriale Le Scienze Feb 08

Video ragazzi youtube

mercoledì 6 febbraio 2008

MA COSA FANNO I MARINAI, QUANDO ARRIVANO NEL PORTO?

04 Feb
Antigua, Aereoporto.

Da quando sono arrivato ad Antigua e' stata una pacchia continua. A parte due o tre giorni che ho dedicato a cercare un imbarco il resto della mia permanenza sull'isola annovera tra i luoghi piu' frequentati case, bar, barche, spiagge, ovvero dovunque c'e' stata una festa.
Sarei rimasto volentieri ancora, ma mi ha contattato Steve, un americano che possiede un catamarano enorme che necessita di un first mate: e' a St. Martin, vale la pena di andare a vedere da che parte gira il fumo.
P2021866
Mi dispiace lasciare Antigua perche' questa isola e' un misto molto ben equilibrato di paesaggio caraibico e comodita' europee, tranquillita' insulare e party scatenati, tutto condito da atmosfera di festa del paese.
Ma il tempo vola ed io voglio vedere tutto... mi tocca volare col tempo... Se a St Martin dovessi salire sul catamarano lavorerei per 3 o 4 settimane, per poi dirigere verso Cuba.

Cuba.... e' nella mia testa da quando sono partito, probabilmente da molto prima.
La Habana... le isole incontaminate di San Blas... la pericolosa Colon, crocevia del mondo intero... le isole Cook, nel mezzo del pacifico... Singapore... il golfo di Aden... poi l'africa, Alessandria d'Egitto.... Questi luoghi sono fuori dal mondo e nella mia testa prendono forme e definizioni fantastiche: non so' cosa aspettarmi, non so nulla di come sono in realta', ma so che voglio, devo vederli. Una sorta di calamita sposta la bussola dei miei desideri da quelle parti, ed io non so aspettare...

QUELLA LOGICA DI CALZE NERE

Piccolo divertismont fenomenologico,
la Puttana e la Santa.

Si trattera' ora una delle figure piu' immortali del genere umano: la Puttana e la Santa.
La P&S e' una persona unica, tuttavia formata da 2 facce che ne costituiscono l'essenza: una di queste - la santa - le e' cucita addosso dal soggetto che la osserva, e fa parte della figura solo nel mondo fenomenico dei desiderata del genere maschio, all'interno della specie Homo Sapiens.
La P&S, sebbene talvolta abbia coscienza della duplicita' della sua figura all'interno della sfera dei fenomeni che forma il mondo dell'esperienza quotidiana dell'uomo che la osserva, non ha - in se' - i caratteri di Santa. La sua peculiarita' e' anzi di sfuggire quel tipo, creando una tensione tra i suoi caratteri propri - quelli di Puttana invero - e l'immagine di santa che l'uomo pretenderebbe di scovare e ricavare dalla scorza di puttana; all'occorrenza di inspirare.
Ogni uomo e' attratto da tale figura, ed ella e' invero la piu' sublime di tutte le donne. Che cosa la rende cosi' golosa? E' perche' ella e' la incarnazione terrena del frutto proibito, dolce prodotto dell'albero del Bene e del Male.

La si ammira ballare selvaggia e spudorata, scandalosa e magnifica, in mezzo alla folla. La si desidera ed infine la si ha, perche' ella si concede ogni volta che la primavera insistente schiude il polline dell'amore.
Ma ecco che la sua essenza bipolare inizia a confondere la mente dell'uomo, ed a giocare la sua partita senza regole. Ecco che l'uomo - stolto ed atavicamente ingenuo - pensa di poter convertire la Puttana in Santa, e tenere la sua parte peccaminosa solo per l'intimita' del letto, e per gli sguardi gelosi degli altri uomini.
Ma ovviamente la P&S non puo' esaurirsi in una delle due polarita', e cio' non accadra' mai.

Nel suo ventre si accende l'amore, per lo cui caldo, cosi' germina il fiore del piacere e dell'estasi dell'uomo. Un'estasi che e' fontana vivace ed esplode in schizzi di speranza, di un desiderio che vuole volar senz'ali fintanto che s'illude. E' illuso perche' la P&S non si attarda in civettuose attese di essere presa, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre.
La P&S e' dunque un piacere fugace, che non si deve tentare di rincorrere o fermare. E' la passione che rimane impressa alla mente dopo il sogno, quando tutta la visione e' cessata, ma ancora nel cuore stilla il dolce che nacque da essa.
Come la neve al sole, come le foglie lievi disperdevano al vento la sentenza di sibilla, cosi' l'uomo sente fuggire via la P&S, e quel momento sara' da allora maggior materia per la memoria che venticinque secoli alla impresa che fece ammirare a Nettuno l'ombra d'Argo.

"Perché io sono la prima e l'ultima
Io sono la venerata e la disprezzata
Io sono la prostituta e la santa
Io sono la sposa e la vergine
Io sono la mamma e la figlia
Io sono le braccia di mia madre
Io sono la sterile eppure sono numerosi i miei figli
Io sono la donna sposata e la
sono colei che dà la luce e colei che non ha mai procreato
Io sono la consolazione dei dolori del parto
Io sono la sposa e lo sposo
E fu il mio uomo che mi creò
Io sono la madre di mio padre
Io sono la sorella di mio marito
Ed egli è il mio figliolo respinto
Rispettatemi sempre Perché io sono la scandalosa e la magnifica."


Inno a Iside
Nag Hammadi,
III o IV secolo a.C.