venerdì 28 dicembre 2007

LAND! LAND!

Martinique
14 dec 08:15 utc -4

Alla luce del mattino del 15esimo giorno di navigazione stiamo seguendo la costa della Martinica.
Fra qualche ora saremo nel porto di Le Marin, ed il mio pensiero vola alla bistecca al sangue che addentero' trangugiando un buon vino rosso.
Dopo 3600 miglia di navigazione alla continua ricerca di vento e velocita' (con un picco di 14 nodi ed una media di 10) siamo giunti nel nuovo mondo...
I prossimi giorni li dedichero' a visitare l'isola e godermi le palme, i cocqtails e le notti caraibiche; dritto dritto nel cuore di una nuova e diversa civilta trovata dall'altra parte dell'oceano.

Tensioni psicologiche e cosce di maiale...

Atlantico
12 Dec 18:30 utc


Dopo i segni di logorio alle manovre non hanno tardato a manifestarsi quelli ben piu' nefasti ai nervi dell'equipaggio.
Chi piu', chi meno, ciascuno ha avuto occasione di esternare una piccola parte del peggio di se'.
E' curioso osservare le differenti modalita' attraverso cui persone con storie e culture diverse si abbandonino all'irrazionale quanto momentaneamente inebriante sfogo di rabbia, noncuranza, o egoismo ottusi e qualunquisti.
C'e' chi scoppia in invettive chiassose contro tutti e tutto, chi se la prende perversamente con il piu' debole di turno, chi si chiude in se' lanciando subdolamente messaggi agli altri per farsi compatire, chi fa sfoggio ostentato di volgarita' e menefreghismo, chi si da malato o troppo occupato (in qualche oscura e segreta impresa) per dare una mano.
Pur potendo vantare di essere fino ad ora l'unico a non essere ancora caduto in uno di questi sfoghi, ho avuto anch'io il mio momento di cedimento.
Dopo giorni di grandi fatiche mi sono oggi appressato alla cucina per cercare qualcosa da mettere sotto ai denti. Nel forno, una bella bistecca di maiale mi guardava ammiccante. Sapevo che la porcellina era promessa sposa a qualcuno - per la legge aurea della razzionalizzazione delle provviste che vige sovrana a bordo - ed ero anche sicuro che quel qualcuno non aveva ne' la mia faccia, ne' il mio stomaco che ora gorgogliava nel ricordo della sorella porcellina assaporata la sera prima.
Sapevo che ne avrei privato qualcuno, eppure l'avevo gia' divorata.
Il cornuto, mazziato, e soprattutto affamato, non ha tardato a manifestarsi: con tutta la diplomazia di cui ero capace ho cercato di scusarmi e di rammaricarmi sinceramente per aver torto il pane di bocca ad un mate, offrendomi anche di riparare confezionando un pasto alternativo.
Purtroppo la bocca affamata era quella di Peter (il primo ufficiale) che si e' prodigato in una manifestazione di iracondia e volgarita' degna di un randagio a cui hanno sottratto l'osso.
Senza fare un plisse, l'ho invitato a calmarsi e gli ho promesso un sandwich, facendo finta di non dare il minimo conto alla valanga di insulti che mi ha riversato addosso.
Peter e' un "quaquaraqua'" - come direbbe Sciascia. Uno di quelli convinti di mostrare valore ostentando espressioni volgari, uno di quelli che abbassa i toni col padrone, e li alza col garzone.
Gli ho portato un bel piatto con diverse cibarie, prosciutto e formaggio, e mi sono seduto ad aspettare che sbollisse la rabbia e si scusasse per le parole sbraitate. Non e' successo, poco male: l'infantile mancanza di controllo dimostrata e peggio ancora la mancanza di sicurezza per scusare una sfuriata, gliela si legge in faccia quando cerca di strapparmi un sorriso benevolo con qualche battuta. A volte mi fa talmente pena che evito di infierire, ma per lo piu' cerco di risparmiarmene la superflua compagnia.
Quando saremo a terra mi assicurero' che il suo intelletto limitato abbia ben compreso il disprezzo che provo nei suoi confronti.
Daltronde in mare i litigi non servono a nulla e degenerano invece di sbollire ed evaporare la discordia; con calma - in porto - mi togliero' lo sfizio di ricordargli come lui sia crollato in un isterismo da bambinetto, ed io in tutta rispota o mantenuto la calma e gli ho fatto un panino.
Sara' anche un crogiolarsi vanesio, ma a volte e' dolce la consapevolezza di esser stati la soluzione, e non il problema.

Tensioni della barca e tensioni del corpo.

Atlantico.
9 Dec. 7:59 UTC
Da qualche giorno i primi segni di logorio da alcune manovre, principalmente i preventer (ritenute) che sfregano, sbattono e si strappano; bozzelli e scotte sotto costante sforzo a volte cedono e vanno sostituiti.
Avarie piu' gravi e fastidiose (dovute principalmente al fatto che la barca non e' adatta alla navigazione oceanica) hanno riguardato il sistema wc di dritta rendendo l'aria in buona parte della barca irrespirabile per qualche giorno.

Oggi sono stremato, la mia cabina e' proprio adiacente al guasto e la puzza mi ha provocato una nausea forte, impedendomi di dormire per quasi 2 giorni.
Sono arrivato addirittura a maledirmi per l'idea di imbarcarmi ad attraversare tanto ero stremato dalla nausea, dal tanfo, dal sonno che mi sembra mancare da secoli e dal cibo che non riesco a convincere a starsene nello stomaco.
Paradossalmente piu' va male e piu' sono solerte nei miei compiti a bordo: a timonare non manco di surfare le onde piu' difficili, se c'e' da ammainare lo yenkee two sono il primo ad avventurarsi a prua sul lungo bompresso in legno, noncurante delle onde e del vento.
Se la nausea mi stritola lo stomaco non rifiuto alcun compito sotto coperta. Sorrido, e mi carico nello sfoderare tutta la mia determinazione quando gli altri basiti osservano la mia faccia stremata andare a sudare in cucina per preparare maiale e patate arrosto. Strappo gli applausi, ma non mi gusto il mio pasto perche' devo correre a trovare un posto dove sfuggire l'olezzo e fare la pace col rollio, per cadere nel sonno - unica regione in cui sfuggo la nausea - ed assimilare un' po' di energia.

Ho sviluppato una certa tecnica.
Alla fine del mio turno di guardia, alt timone o appena dopo aver cucinato (a volte le tre cose cadono anche in sequenza), bevo qualcosa di dolciastro e spiluzzico qualcosa di cioccolatoso; poi scendo in coperta ed aspetto: non cedo alla tentazione di consumare il piu' succulento pasto caldo che ogni giorno prepariamo per cena, perche' so che il rollio e la puzza richiameranno puntualmente il mio stomaco a rendere il suo sacrificio quotidiano. Sbrigo dunque il rito esorcistico, ed approfitto poi di quei 10-15 minuti di benessere e lucidita' che lo stomaco vuoto mi regala per impegnarmi a riempirlo al piu' presto con qualcosa di sano e sostanzioso. Successivamente devo sprofondare in un sonno sordo (o quantomeno un torpore sufficiente ad inibire i miei sensi e smorzare i trambusti dell'apparato stabilometrico).
Piu' lo sforzo e' grande, piu' la mia tenacia in grande onranza ne sale; chiaramente.
Pero' il fisico e' stanco, ed io mi chiedo quanti giorni ancora riusciro' a mantenere il sorriso e la calma, due ingredienti fondamentali per chiunque, ma per chi naviga ancor di piu'.

DEEP BLUE.

Atlantico
6 Dec 03:50 utc
course: 270*


In mezzo all'Oceano tutto e' scandito dal ritmo delle onde: immense e - per noi tranquilli navigatori mediterranei - assolutamente spropositate.
La marea e' la regina del Divenire: ben presto ci si accorge che anche solo tentare di muovere un passo senza considerare la sua legge (senza conformarsi all'alternanza di possibile ed impossibile tessuta dal ritmo e dalla direzione delle onde) comporta uno sforzo mostruoso e ben presto porta al fallimento. Inutile tentare di alzarsi dalla cuccetta quando suona la sveglia o si ha voglia di una boccata d'aria: bisognera' aspettare la rollata giusta, muoversi, e dunque fermarsi ancora; attendere obliqui che lo scafo scali il dorso dell'onda per poi spostarsi velocemente sospinti dalla discesa nel cavo: raggiungere un buon punto dove ancorarsi ancora, in attesa della prossima onda con cui volteggiare fino al successivo passo. Poi fermarsi ancora. Perche' se testardamente si tenta di proseguire a camminare, come faremmo a terra, invece di essere accompagnati dallo scafo che rolla sull'acqua veniamo scaraventati dalla parte opposta, come mossi da una mano invisibile.

Non si puo' contrastare il mare che investe la poppa della barca facendola rollare al ritmo di una gravita' nuova: all'interno della barca e sul ponte la forza di gravita' e' relativa alle onde e rolla intorno alla chiglia. Possiamo farcene una ragione, seguire i passi improvvisati dall'acqua di questa danza particolare, ma bisogna abbandonare la volonta' di scandire il tempo con le nostre azioni, e rassegnarsi alla frequenza, alla altalenante tempistica del mare che crea il tempo ed il divenire delle cose.

Piu' tardi...

Come si spiega un posto dove cio' di cui normalmente ci stupiamo prolifica e si moltiplica a dismisura?
Non si vedono pallidi tricolori: qui "arcobaleno" significa davvero la firma di Dio. Una mattina ce ne erano tre, contemporanei, a marcare l'orizzonte con punti cardinali ad incrociarsi. Larghe e nitide bande colorate che si estendono a ricordarmi che non c'e' solo il blu del mare e tutta quella gamma di argentinei colori che i riflessi del sole inventano sull'acqua...
Poi arriva la notte ed il cielo limpido regala lo spettacolo delle costellazioni in rivoluzione.

Se potessi per una notte esentarmi dai miei compiti a bordo, sacrificherei quelle ore al cielo: sdraiato sul ponte terrei gli occhi spalancati a seguire le evoluzioni delle stelle, dal tramonto fino all'alba, quando le prime luci si irradiano dall'orizzonte e a poco a poco coprono come un velo tutte le lampadine della notte. E' un po' come una notte al contrario.
Durante quella scura, di notte, lo spettacolo strabiliante sono le stelle cadenti. Qualche giorno fa ne ho vista una cosi' grande, lunga e brillante da credere che potesse cadere a pochi metri da noi. Tutto ad un tratto una palla di argento vivo ha squarciato il manto bruno della notte per poi cadere a parabola lungo l'orizzonte, proprio a mezza altezza dal mare.
A mano a mano che avanzava un giallo sempre piu' intenso bruciava a lasciare una scia netta e prolungata nel buio, tanto spessa e marcata da sembrare un solco. Ho avuto il tempo di vederla e girare di 180 gradi la testa per seguirne l'evoluzione. Quando poi la stella e' scomparsa, la scia si e' lentamente esaurita come la fiamma di un accendino agli sgoccioli di gas.

...salto nel tempo...

A proposito di stelle, qualcosa di incredibile sarebbe avvenuto di qui a qualche giorno.
La notte del 14 dicembre, verso le 5 ora locale, approcciavamo la costa della martinica dopo 14 giorni di navigazione oceanica.
A celebrare il nostro arrivo, in un incredibile atmosfera fra la notte e l'aurora, il cielo stellato e' esploso in un'eruzione di stelle cadenti piccole e grandi.
Uno strabiliante naturale spettacolo pirotecnico, una pioggia di stelle da far impallidire ogni notte di s. Lorenzo: in soli due minuti ne sono comparse piu' di 60 a togliermi la voglia di contarle.
Non ci si puo' immaginare un benvenuto migliore, che e' durato dino a che il sole non e' spuntato ad adombrare di luce abbagliante quello spettacolo incredibile....

COLPO DI CANNONE!

Atlantico, Islas Canarias
30 Nov 08:17 utc
course: 253*
28*00 N
16*27 W


Partiti!
Finalmente ieri sera e' arrivato il pezzo di ricambio. Alle 22:40 eravamo fuori dal porto a fare un test per poi lasciare i due manutentori a terra e partire per le 23:30 circa.
Procediamo a 8 nodi molto vicini a Gomera ( di cui distinguo la forma coronata di nuvole, e diretti alla punta di Hierro, che scapoleremo per puntare la Martinica. Per ora il vento e' debole o nullo ed avanziamo a motore con la mezzanin per stabilizzare.
Dovendo essere in Martinica entro il 14 dicembre (la barca deve iniziare a fare charter) bisogna far si' di tenere una media di 10 nodi, in modo da coprire in tempo le circa 2800 miglia che ci dividono dai Caraibi.
Andrew e Lauren, Peter e Cousim, Vasilij ed Io, saranno le 3 coppie ad alternarsi ai turni di guardia, cucina e pulizia. Guntar (il meccanico) e' esentato dai primi due compiti ma non dal terzo.
Il mio turno e' dalle 08:00 alle 12:00 e poi dalle 20:00 alle 24:00.
Con 1400rpm e 5000 litri di carburante possiamo reggere circa 2000 miglia di navigazione a motore (circa 20l per ora), il che vuol dire che abbiamo bisogno di almeno 4-5 giorni di un vento che ci spinga ad almeno 10 nodi; sono sicuro che ne troveremo ben di piu'....
Per adesso si aspetta, la barca comunque ha un genoa enorme, quasi un gennaker, ben 3 yankee, una vela di prua, una maestra con vela aurica in testa, ed una mezzana... dunque l'armo e' decisamente complesso e di certo in 7 non sara' facile gestirlo. Di certo non andremo mai a tutta tela, ma comunque staremo belli invelati (spesso sopra-invelati) date le pressioni del manager e del tempo... ma non mi preoccupa: Vasilij e' alla sua 18esima traversata, e' un capitano della marina russa, capitano di lungo corso di navi cargo e sicuramente velista esperto, non ho dubbi che tirera' fuori il meglio dalla barca.

martedì 18 dicembre 2007

MARTINIQUE!

After 15 days of sailing we finally reached Le Marine, Martinique.
Soon I will post photos and story about the crossing... be patient!
In the meantime I am looking for another boat to cruise the caribbean between one bath and one rhum....
take care!