venerdì 26 ottobre 2007

Preparazione.... Il Sacco del marinaio.


Milano, 26 Ottobre 2007
21:55 pm
45°27’49” N
9°11’17” E
“l’Homo Maritimus avveduto porta sempre con sé un po’ più del necessario, vuole essere in grado di fronteggiare l’imprevisto… tira fuori il rimedio utile al momento giusto… Il sacco non è un deposito alla rinfusa, ma un insieme di cose pratiche che testimoniano dell’esperienza vissuta e della serietà con cui ci si prepara per ogni evenienza.”
Così recita il vecchio trombone Gamba-di-Legno Glenans… e non si può dargli torto… il Buon Ismaele di Moby Dick invece nel sacco ci ficcava solo un paio di camice e maglioni, ma va bhe: erano altri tempi.

Per quel che mi riguarda invece, l’esperienza mi ha fatto odiare il sacco ben presto: poco pratico, senza tasche e scompartimenti, tenere in ordine le cose e tirarle fuori all’occorrenza è un delirio… l’unico vantaggio è che è perfetto da trasportare/stivare e la sua semplicità è anche madre di robustezza e maneggevolezza. Ciononostante io mi organizzo sempre in modo diverso:
Un piccolo zaino stagno garantisce asilo alla strumentazione elettronica (telefono, ipod, macchina fotografica, eventuale pc) con tutti i caricatori/alimentatori/batterie di riserva del caso; un cambio asciutto completo, la torcia da testa (che deve essere leggera ma potente, resistente all’acqua, e con un led rosso, per poter guardare vicino senza poi avere abbaglio se si deve guardar lontano) ed il taccuino moleskine con la sua penna.
In una borsa con tanti scompartimenti – invece – metto tutto il resto: gli stivali sono assicurati nella retina superiore, cerata completa (a portata di mano) in una delle tasche laterali dotate di prese d’aria, dove posso mettere a far asciugare anche gli indumenti umidi. Il sacco a pelo è sacro (assicura buone dormite) ed infatti è ultracompatto e leggero (= salvaingombro, pur essendo a due piazze…;-) e in materiale sintetico (= antiumidità ed estremamente termico): vale la pena di spendere qualche dollaro in più per un buon prodotto e di stivarlo sempre chiuso in un sacco di plastica per evitare che si bagni. Un’altra innovazione tecnica che è valsa l’investimento riguarda accappatoio e telo bagno/spiaggia: la spugna è pessima in barca; rimane umida e puzza, bagnata pesa un sacco ed anche asciutta occupa troppo spazio. La microfibra invece è leggerissima, si riduce a pochi centimetri, è antibatterica, assorbe 4 volte tanto ed asciuga in 10 minuti… meglio di così! Io ho un accappatoio ed un grande stuolo milleusi (ripiegato fa da asciugamano, aperto in spiaggia ci si stà in due spaparanazati, può fare anche da lenzuolo, arrotolato è un ottimo cuscino, etc…).
Sempre per rimanere sulle cose “tecniche”, una vera manna sono i pantaloni ed il maglione in pile, anche questi tengono caldo, ma non fanno sudare; sono antiumidità e antibatterici, non puzzano se bagnati, e basta strizzarli per farli asciugare in poco tempo. Dello stesso materiale, un paio di calze termiche assicurano benessere totale al piede protetto dagli stivali nelle lunghe notti di tempesta, ed un girocollo/passamontagna completa l’abbigliamento “da guerra”, ovviamente corazzato dalla cerata completa.
Per i climi più miti, ma in cui bisogna comunque coprirsi e non soffrire l’umidità, ci sono pantaloni e magliette con le stesse caratteristiche, ma molto più traspiranti e leggere (in polyamide, cosiddetti “base layer”) a cui basta sovrapporre qualcosa di leggero, ma impermeabile, per non bagnarsi se piove o la coperta è spazzata dalle onde (una giacca a vento leggera e comoda, per ripararsi anche dal vento va più che bene).
Per le giornate di sole cocente invece, un paio di pantaloncini fast-dry (con tasche per attrezzi e rinforzi nei punti di usura) vanno benissimo e si possono usare anche per fare il bagno (sempre che i documenti, soldi, accendino & co siano al sicuro in una busta stagna assicurata con un cimino, utilissima anche quando si scende a terra).
Per il resto il bagaglio comprende un paio di cambi in “borghese”: camicie, un panta lungo, un golfino…
Poi c’è il beauty case, oltre alle cose ovvie contiene il sapone che permette di lavarsi con acqua di mare. Un case con qualche medicinale di emergenza assicura autonomia in ogni caso: da decathlon vendono dei pacchetti perfetti con dosi monouso di medicamenti vari molto utili. A cui aggiungere: dissenten (se scappa, cagarsi addosso mentre fai il figo con la bella di turno parlando della bellezza del mare non è bello) , tachipirina, aspirina, buscopan, antibiotico, malox e geffer (per pettinarci lo stomaco), antistaminico, cortisone, ed una crema sole/idratante per le scottature.
Una figata che ho scoperto di recente, e che mi permette di bere anche con 40 nodi, un rollio della madonna e tutte e due le mani impegnate, senza neppure versare una goccia è la “Camel Bag”: ovvero molto semplicemente un sacchetto di plastica stagno, apribile, pulibile e riempibile come meglio si crede, collegato ad un tubo/cannuccia da cui servirsi tipo flebo… Non proprio il massimo dell’estetica, ma pratico nei momenti difficili.
Fondamentali sono gli occhiali da sole, che per chi viaggia vicino all’equatore difendono da seri rischi di danni alla vista non abituata a quel sole: devono avere una montatura che ripari anche la parte laterale vicino all’occhio, e se hanno le lenti polarizzate tanto meglio.
Viaggiando da solo trovo utile portarmi dietro un lucchetto a combinazione, ed un cavo – anch’esso a combinazione – tipo quelli da bici/motorino (se non per legare i bagagli possono sempre essere utili da dare in testa a chi te li vuole fregare :-).
Il coltello chiaramente è sempre a portata di mano ed è un pezzo fondamentale del bagaglio del marinaio, se non del marinaio stesso. Un attrezzo leatherman può servire in qualche occasione, anche se in barca c’è sempre la cassetta degli attrezzi, e a terra poche occasioni di necessità, motivi per cui io non lo amo, e preferisco sgravarmi del peso.
Un appendino di quelli da campeggio (ripiegabile in pochissimo spazio) ed una piccola amaca (che deve essere molto leggera) sono utili in mille occasioni: soprattutto la seconda assicura il riposo anche usata come telo anti-rollio.
Un bicchiere con tappo (tipo campeggio) permette di bere in tranquillità anche con mare formato e di avere un oggetto personale che assicura l’igene in caso di “appestati” a bordo; ma anche semplicemente di bere da una fontana senza farsi venire il torcicollo, con classe ed eleganza (grazie Alberto, a cui devo anche l'idea del mappamondo gonfiabile: eccezionale per fantasticare sulle rotte future, ed avere uno sguardo d'insieme su quelle passate).
Cavatappi per uno come me è un undicesimo dito, e ci sono affezionato: lo porto sempre con me.
Qualche stroppetto, delle mollette, un rotolo di nastro isolante, e delle buste di plastica (in cui si possono mettere i vestiti con una bustina di the, per mantenerli asciutti a qualsiasi grado di umidità ambientale) completano l’equipaggiamento.
Ovviamente qualcuno dei mie libri preferiti.
Ore 01:25am … Il bagaglio c’è, ora si tratta di prendere il volo…

“Adesso vi sentite pronti ad infilare la prua nella schiuma, come dice il marinaio bretone che naviga tra le onde imbiancate dal vento.”