domenica 18 novembre 2007

TEMPUS FUGIT?

Atlantico 16 Nov, 08:30 (UTC+1)
31*08' N
12*03' W


Devo dare il cambio di guardia a Robert, mi rigiro nella cuccetta in attesa che suoni la sveglia. Ma non e' il mio orologio, bensi' il rumore meccanico del motore che si spegne di colpo, che mi fa sobbalzare dal letto e correre in coperta.
Niente di grave: Robert ha spento il motore per controllare olio e filtri vari. Butto un occhio fuori e noto tristemente che quel poco di vento che si era alzato durante la notte, e che ci aveva permesso di aprire il genoa, ora e' completamente scomparso. C´e' di buono invece che la marea e' cambiata, ed ora le onde spingono la barca da dietro invece di abbattersi sul fianco.
Avanziamo a circa 6 nodi per 223*bussola. Fra circa 150 miglia dovremmo distinguere la costa di Lanzarote, che ci dividera' da Las palmas di altre 100 miglia.
Sperando in un po' di vento dovremmo raggiungere la nostra destinazione per domani sera.

Intanto le giornate sono scandite da piccoli eventi: una stella cadente particolarmente lunga e luminosa, una nuvola di forma strana, un'onda un po' piu' alta di altre... piccole cose a cui gradualmente si riprende l'abitudine a meravigliarsi. Ieri ho avvistato una balenottera – o meglio quella che le mie scarse nozioni di biologia marina mi permettono di classificare come “balena”.

Al terzo giorno di navigazione abbiamo coperto piu' o meno la dstanza che con l´aereo ho percorso in un paio d'ore. E' per questo che una delle regole di viaggio che mi sono imposto recita di evitare i voli: viaggiando per mare e per terra con i mezzi tradizionali riporta ai ritmi del sole e delle onde. Piano piano si riacquista la cognizione della nostra appartenenza al mondo, e tale acquiescienza spurga gli occhi permettendo di valutare da una nuova prospettiva la bramosa convinzione che fino a poco fa alimentava la volonta' che fosse il mondo ad appartenerci.
Strane idee ti fa accarezzare il dondolio del mare: concetti che fino a ieri erano tenuti a distanza dalla forza centrifuga della franesia milanese, ma che ora affiorano spontanei, innaffiati dalla calma e dai ritmi rallentati della natura. Sdraiarsi sul legno fresco del ponte ad ascoltare lo sciabordio dell'acqua che scorre lungo lo scafo, godere di un refolo di vento che ti accarezza i capelli, mentre gli occhi seguono i lenti e graduali movimenti delle nuvole che sul palcoscenico del cielo aperto disegnano immagini sempre nuove. Fiutare l'odore particolare della pelle bruciacchiata dal sole, e calmare la sete con un mandarino gustato lentamente, uno spicchio alla volta.
Questi si' che sono i “gusti veri della vita”, alla faccia degli amaro lucano e di quei falsi surrogati di felicita' a cui ci ha abituati una comodita' pret-a-porte' costruita agli angoli di una vita di corsa.
Qui non ci sono orari da rispettare, impegni da adempire, non ci sono sveglie ne' incombenze: “qui non arrivano gli ordini”...
Anche i mille accorgimenti che una barca richiede, e magari gli sforzi improvvisi, sono in armonia con l'ambiente. Non ci sono oneri: se un subitaneo rinforzo del vento mi porta a ridurre la tela non e' una fatica (a dispetto dell'energia che puo' costarmi). Non e' una fatica perche' le azioni sono complementari: il cielo emette il suo respiro ed io faccio la mia parte regolando le vele, che cosi' mantengono l'equilibrio di espirazione-inspirazione.
Fin tanto che si mantiene questa relazione di intesa complicita' l'equilibrio e' stabile e non c'e' spazio per attriti e fatiche, e la stessa nozione di appartenenza decade come artificiosa: si e' un tutt'uno.

2 commenti:

franco carlo ha detto...

hai perfettamente ragione!!Il mondo non ci appartiene(almeno come senso di conquista)ma noi apparteniamo al mondo,o meglio ancora,il mondo e noi siamo un Tutto Unico.(Universo,cioè verso Uno)E tu filosofo lo sai bene!
"l'alterità è il deliquio dell'Autocoscienza"
Non c'è meglio cosa che i suoni della natura,il silenzio della nostra mente,
non eccitata da ritmi ossessionanti del vivere"civile",orizzonti infiniti,cielo e mare,volontà di "unicità", a propiziare
il nostro ritorno alla Matrice Cosmica.Il vento soffia?..e tu apri
una vela e dai una drizza al timone!gesti scanditi dall'unicità di un unico Moto Cosmico.Il riconoscerlo è il vero "gnoti sè autòn"

anna grazia ha detto...

arrivederci
annagrazia