giovedì 22 novembre 2007

Limbo II

Las Palmas 19 Nov 20:01 UTC
28*07’ N
15*25’ W

E mo so cazzi.
Sono gia’ passati due giorni da quando ho appoggiato pieno di fiducia il piede sul pontile che mi avrebbe dovuto portare dritto dritto ad una miriade di barche in cerca di un giovane marinaio da imbarcare.
Di barche ne ho viste tante, di buone offerte poche.
Colpa dell’effetto “fashion”: la ARC e’ una regata molto “in” e gli armatori non ci hanno messo molto ad accorgersi che in giro era pieno di gente disposta a pagare “contributi spese” completamente fuori di melone per casse comuni in tasche armatoriali... Cosi’ non stupisce ormai sentirsi sparare cifre intorno (ed avolte ben oltre) i mille euro; quando una cambusa di tutto rispetto puo’ richiedere 150-300 euro a testa al mese.
Ovviamente non sono disposto a pagare una gabelle che superi il doppio di una cifra standard, pero’ e’ anche vero che a stare a terra senza una barca che mi ospiti mi andrebbe a costare anche di piu’...
Gli organizzatori, i ragazzi del bar, le cameriere, le hostes e persino i passanti mi incoraggiana sostenendo che gli ultimi giorni sono quelli in cui gli armatori si accorgono che una mano in piu’ non fa male, o che gli aerei ritardano, che le fidanzate piangono, e chi dovrebbe arrivare a bordo non arriva. Sinceramente spero di non doverlo verificare dalla parte di chi spera che accada...
Devo ammettere che quando oggi pomeriggio Robert mi ha detto che dopodomani arrivera’ il ragazzo scozzese - e dovro’ quindi liberare la cabina – e la mia mente ha cercato invano l’immagine confortevole della nuova cuccetta che avrei riempito una sensazione strana ha iniziato ad arrampicarsi su dalle mie gambe, mordicchiandomi le caviglie.
E’ stato qualcosa di simile alla tensione del primo giorno di scuola, con l’incognita di quale classe ed in quale banco sarai, mista alla incertezza di quando bambini si facevano le scuadre di calcio, con la paura e la vergogna di essere l’ultimi ad esser scelti.
Il punto e’ che se perdo il treno dell’ARC poi trovare un imbarco diventera’ davvero dura, ed in quella situazione non mi ci voglio proprio trovare.
In piu’ il fatto di dover trovare la barca non mi permette di godermi l’isola, dato che quando non sono alla Biblioteca Comunal a mandare un milione di mail devo consumare le suole delle scarpe avanti e indietro per i pontili, ad attaccare cartelli e bottoni indiscreti ad armatori che non ne possono piu’ di gente in cerca di imbarco.
Domani allora cerchero’ di dedicare un po’ di tempo a gironzolare ed oziare, come se fossi qui in vacanza senza dovermi preoccupare di dove dormiro’ domani e come mi spostero’ il giorno dopo... bisogna anche ricaricare le batterie del buon umore, per tirare fuori il meglio di se’ e convincere le persone a prenderti a bordo...

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