venerdì 29 febbraio 2008

MARMELLATA & BACKGROUND

21/02
Las Terrenas, Peninsula de Samana’
Dominican Republic


Mi sono svegliato presto stamattina e sono andato a fare colazione da Luigi.
Luigi e’ un omone napoletano sulla 60ina, coi baffi e i capelli grigi; possiede un residance che assomiglia alla casa della strega di Hans & Gretel, solo che al posto di bastoni di zucchero e tegole di cioccolata qui ci sono palme di cocco e quadri colorati ovunque. Una larga costruzione a due piani, per gran parte in legno, circondata da un vasto giardino seminato di quadri, bandiere e cianfrusaglie. Luigi vive qui da 20 anni, gli chiedo di raccontarmi un po’ della Repubblica Dominicana.
- Il grande probblema e’ che qui non tengono cultura, ed in piu’ – su questa mancanza di cultura – e’ stato costruito il palazzo del consumismo, che naturalmente cade pezzo pezzo.
- La cosa che mi ha piu’ colpito e’ la sporcizia che c’e’ ovunque, qui usano un bicchiere di plastica e poi lo buttano dove sono: per terra, sulla spiaggia, o in mare non importa. E’ strano, di solito e’ il turista zoticone e menefreghista che lascia la sporcizia, qui invece mi sembra che siano loro ad aver meno considerazione della loro stessa terra.
- Ma si’, ma tu raggioni da europeo, aehh. E qua’ non ci pensano proprio, non gliene frega niente, ma non ci pensano proprio all’inquinamento... ma hai visto quante macchine, e in che condizioni vanno in giro?
Le avevo viste. La strada per arrivare a Las Terrenas era stata un’odissea in pullman e pulmini che qui chiamano guas-guas.
Lungo le strade scassate e a tratti sterrate, piene di buche, a volte persino crateri, viaggiavano macchine altrettanto scassate e rattoppate: senza fari, senza parafanghi, con le ruote diverse le une dalle altre, a volte perfino senza parabrezza o portiere.
Nessuno rispetta il codice della strada. Facilmente il 90% dei guidatori non ha la patente, se ce l’ha non conosce il codice della strada, e quei due che lo conoscono si sentono abbastanza sicuri da non rispettarlo. E’ un rodeo in cui ognuno svincola, si infila, sorpassa, svolta o fa inversione quando vuole o quando riesce.
Il clacson e’ il mezzo di comunicazione di massa, lo usano per qualsiasi motivo e per nessuno: chiedono strada, attirano l’attenzione, flirtano, si propongono come taxi ai turisti, comunicano una svolta, si salutano, annunciano una fermata. Il risultato e’ un fragore assordante sotto forma di codice clacson-morse.
- Ma vent’anni fa com’era qui?
- Ehhee, era tutta n’altra cosa... non c’era nulla: natura e villaggi di pescatori...
Continuo la discussione a pranzo con Stefano, che si e’ trasferito qui da una decina d’anni e fa la guida turistica.
- Il punto e’ che qui e’ arrivata la globalizzazione senza tutte le fasi intermedie precedenti: da un giorno all’altro hanno iniziato a vedere in concreto il consumo, e nell’arco di una generazione si sono persuasi che il benessere e’ il consumare, il consumare all’eccesso, lo sprecare.

Rifletto su queste idee. Mi vengono in mente titoli del Corriere letti chissa’ quando come “Perche’ non possiamo non dirci cristiani”, o dibattiti intorno a “Le nostre evidenti radici greco-romane” su periodici culturali come Micro-Mega. Mi vengono in mente le chiacchiere su “la buona famiglia”, le batutte “di chi sei figlio tu?” o “ma come nasce?”. Nei sogni popolar-democratici dell’adolescenza le avevo relegate nel mucchio delle ottuse considerazioni reazionarie di boriosi campanilisti e tradizionalisti ignoranti di altre culture. Ora, con occhio piu’ freddo e disincantato, ne inizio a cogliere la parte di verita’: non si puo’ passare dalla zappa alla agricoltura biologica, dal mulo alla moto, dal baratto alla rateizzazione per comprare cose di cui il bisogno e’ costruito ad hoc, senza vivere i passaggi intermedi. Soprattutto non si puo’ passare da una societa’ in cui il denaro ha un ruolo strumentale e comunque secondario (in alcuni piccoli villaggi di pescatori e’ tuttora prevalente il baratto basato su una specie di piccoli granchi) ad una societa’ in cui l’identita’ personale e’ addobbata dalla quantita’ di denaro che si possiede e dalle cose che esso puo’ comprare.
Questo salto dai piedi scalzi agli occhiali di Gucci, dalla latrina fuori casa alla ambita jacuzzi, genera le contraddizioni di societa’ orfane di una storia, di uno sviluppo gradualmente accordato nei secoli da progressivi contatti con differenti culture.
I parti di queste “sveltine della storia” presentano la spettacolarita’ degli aborti, in cui i caratteri bastardi attingono dagli estremi opposti. Vedrete allora casino’ sberluccicanti e fast food ovunque, librerie sempre chiuse, biblioteche abbandonate e strade dissestate, vedrete fogne a cielo aperto ed acqua razionata sullo sfondo di megayacht scintillanti e docce di champagne, vedrete poi cittadine come bomboniere della costa smeralda e dopo pochi kilometri gente che dorme per terra.
Vedrete la Miseria; e la Nobilta’ take-away.

1 commento:

franco carlo ha detto...

Purtroppo è vero quello che descrivi.Ho dato un occhiata dal satellite,alla Peninsula de Samanà e in particolar modo a Las Terrenas e i contrasti sono terribilmente evidenti.Il roboante nome di.. "Avenida" Juan Duarte mal si addice
alle variopinte baracche di legno o alla strada sterrata costellata di buche per non parlare della "calle Principal"con l'unica casupola un pò decente , l'Agencia de viajes "Bahia tours" con le biciclette appoggiate al muro.Poi,a soli 500 metri l'Hotel Corte del Mar o l'Aligio beach resort,posti di sogno per turisti danarosi!!
Sulle foto poi si vedono i famosi bicchieri di carta gettati a terra;
ma a dire il vero questo non mi meraviglia più di tanto da quando Napoli e il casertano,con tutti i suoi millenni di storia, sono letteralmente sommersi da tonnellate di spazzatura che ci hanno attirato il deferimento alla corte di giustizia della UE!
Ma rifiuti Campani a parte,frutto di una dissennata gestione provinciale e comunale,o di probabili ingerenze
malavitose,quello che dici sulla eredità culturale è perfettamente
realistico.Non per niente,Napoli e Caserta hanno due reggie Borboniche
capolavori di architettura certamente non sorte dal nulla o da un .."pueblo de los pescadores" come a Las Terrenas.Misteriose sono infatti le influenze che si avvicendano nei millenni con le migrazioni dei popoli,le invasioni,le dominazioni,le deportazioni ecc.
Come se i popoli invasori andassero ad assimilare le culture dei popoli invasi,o viceversa.Basti pensare
al popolo ebraico che ha vagato da Babilionia all'Egitto per assimilare lo Zoroastrismo e l'Ermetismo e poi a Paolo di Tarso che, profondo conoscitore della Torah,della Kabballah,dello Zohar,divenuto cristiano,abbia dovuto recarsi ad Atene per assimilare le dottrine di Platone,Socrate,Aristotele ed infine,pervenire a Roma per far confluire tutto il retaggio delle
delle sue conoscenze nello spirito pragmatico dello "Jus Romano" creando così le basi cristiane e multi-culturali della futura Europa
Non avremmo avuto un Carlo Magno,Giotto,Dante,Raffaello,
Michelangelo,Leonardo,ma anche Galileo e Newton, senza questo
millennario background culturale
La Coscienza Pensante dei popoli
si evolve attraverso millenni di multiformi correnti di pensiero
che però comportano a livello
esistenziale, lotte,prevaricazioni
subordinazioni,contraddizioni.
Se l'Inghilterra non avesse invaso l'India,i Veda ,le Upanishad,la Baghavad Gita,fino ad allora sconosciute,non avrebbero influenzato il pensiero di Hegel,Fichte e Shelling.
Se Napoleone non avesse invaso l'Egitto non avremmo avuto la stele di Rosetta che ci ha permesso di decifrare misteri delle antiche dinastie e dei culti egiziani.
Ampliando l'orizzonte della conoscenza e la quantità di nuovi
concetti,la coscienza umana ha continuato ad evolversi ed a prendere coscienza di sè stessa sino ad enuclearsi da una coscienza collettiva e di gruppo ad Autocoscienza autodeterminantesi.
E come il pensiero filosofico ed
artistico,così anche la scienza e la tecnologia non fioriscono senza sviluppi intermedi ma abbisognano
di una lucida determinazione creativa cioè di un Io altamente
evoluto che sappia varcare i limiti
antropomorfici dell'umano-animale.
Ma tornando al las Terrenas,questa sovrapposizione,economico-culturale
imposta dalla civiltà occidentale
ad una popolazione ancora interiormente non evoluta che per ora soffre di contraddizioni e il parallelo contro-esodo ormai inarrestabile di popoli sottosviluppati,in Occidente, non stanno forse a dimostrare questa occulta Economia dell'evoluzione dell'Umanità attraverso mescolanze
di popoli e di razze mai così evidenti come in questi ultimi due secoli,i cui frutti forse si evidenzieranno fra altrettanti
secoli,allorchè avranno superato la condizione di una passiva ricettività? E' certo che l'evoluzione del Pensiero Umano segue vie inimmaginabili e a volte tortuose!Ma se,come disse Mosè,gli Elohim "pensarono in manifestazione" (Barà-dare forma)l'Uomo(Adam) a loro immagine e simiglianza, nella sesta era (Yom hashishi- e yom nell'ebraico biblico non si traduce con giorno ma con era ),questa include milioni di anni affinchè la
opera sia perfettamente compiuta(chi tov-buona)cioè che l'Adam si risvegli dal lungo sonno come Elohim

Shalom Ishmael

































milioni e milioni di anni di evoluzione affinchè l'opera sia perfettamente compiuta