Il viaggio è bello così: ci si accorge di esser passati troppe volte per quella strada, di aver incontrato troppe volte quelle persone, di conoscere ormai da vicino quel tramonto. Quando ormai ci si sente a casa, la nemesi del viaggiatore ha già coperto di ombre familiari anche quelle strade poco battute, dove solo un carretto passa, e, di tanto in tanto, qualche randagio va a pisciare. Allora si sente che è il momento giusto per partire di nuovo, ancora una volta girandosi in direzione di ciò di cui non si sa nulla, e quella diventa la nuova terra promessa. Il viaggiatore ha bisogno di una terra promessa, sempre, ce ne vuole un'altra e poi un'altra ancora... non si accontenta. Il viaggiatore è il commensale mai sazio, per questo non può stare troppo a casa di nessuno: si tirerebbe dietro le antipatie di ogni afitrione.
Il viaggiatore cammina. Per definizione si sposta via terra o via mare perchè non è una distanza che deve percorrere, ma è un tempo da cui vuole essere attraversato. Il viaggiatore è in realtà immoto nello strenuo sforzo di afferrare l'immutabile nel continuo flusso del mutevole: così da sempre si tuffa nell'opposto per ridurre il tutto ad un'identità.
Una delle misrappresentazioni più comuni del viaggiatore riguarda la sua sapienza: il viaggiatore è esperto, dunque sa. Sa da dove viene, dove sta andando, e dove è: rappresenta la conoscenza totale ed è un modello auspicabile (soprattutto agli occhi del novizio viaggiatore, o addirittura per la sottoclasse dei turisti o vacanzieri). Il viaggiatore invero non sa nulla. Viaggia, ed il viaggio è la ricerca di quelle domande che anche lui, come il layman, trova senza risposta. Sbagliato.
Come dire... è più un inseguimento...
- "Maestro, ma cosa insegue allora il viaggiatore se non la Verità?"
- "Sei ancora uno stolto, non capisci? Non è il viaggiatore che insegue... dovresti aprire gli occhi, allora vedrai che il viaggiatore è in realtà inseguito..."
- "e non vuole farsi prendere?"
- "Egli va... capiresti anche tu che non sta cercando la felicità, sta piuttosto fuggendo la monotonia, ma questa è come la sottile linea d'ombra del tramonto che lenta ed incessante insegue i passi del viaggiatore nella sua corsa attorno al mondo..."
- "ma così, Maestro, quanto sarà lungo il viaggio?"
- "Zitto e cammina..."
mercoledì 8 aprile 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
9 commenti:
"Il viaggiatore ha bisogno di una terra promessa, sempre, ce ne vuole un'altra e poi un'altra ancora...
non si accontenta."
"sta piuttosto fuggendo la monotonia, ma questa è come la sottile linea d'ombra del tramonto che lenta ed incessante
insegue i passi del viaggiatore nella sua corsa attorno al mondo..."
"Il viaggiatore è in realtà immoto nello strenuo sforzo di afferrare l'immutabile nel continuo flusso del mutevole:
così da sempre si tuffa nell'opposto per ridurre il tutto ad un'identità."
Maestro,ma che cos'è il mutevole,se non l'incessante,affannoso,disordinato ma monotono,scorrere dei pensieri che tormenta la mente dei viaggiatori della vita?
Dove trovo l'immutabile?
Arresta il vortice dei tuoi pensieri e...medita!
"Like the ocean is your God-self
It remains for ever undefiled.
And like the ether it lifts but the winged
Even like the sun is your God-self..
...But your God-self dwells not alone in your being
Much in you is still man,and much in you is not yet man.
But a shapeless pigmy that walks asleep in the mist
searching for its own awakening..
And of the man in you would I now speak.."
BUONA PASQUA.Penso comunque che nel "discovering Thailand" avrai senza dubbio visitato qualche Wat Buddhista anche
perchè è ancora abbastanza valido il motto "EX ORIENTE LUX"e che comunque dopo le esperienze traumatiche del bungy
jumping un pò di "samadhi"buddista non fà mai male-Per fortuna che parlano anche inglese poichè la lingua Thai con 48 consonanti e 24 vocali dovrebbe essere ostica anche per te,ormai poliglotta!Comunque aspettiamo ampie descrizioni
dell'atmosfera mistica del paese del Thai.Senza dubbio avrai visitato le rovine del Wat Maha That ad Ayutthaia
e il Wat Del Buddha di Smeraldo a Bangkok.Confesso che sono curioso di leggere i commenti di un "philosophus"occidentale immerso in quella atmosfera.Potrai farci un ampia dissertazione su "L'Oriente alla Luce dell'Occidente"e spiegarci ,in chiave evolutiva,il passaggio dalla mistica orientale alla "spirito concettuale dell'Occidente"
fermo restando il tuo phd sulla natura della conoscenza umana comparata alle forme di cognizione animale,sempre
in cornice evoluzionistica-Aspettiamo...aspettiamo!BUONA PASQUA!!
P.S. ho aggiunto un commento al post"South Island"
però questi thailandesi cha accendono
bastoncini d'incenso nei vari wat
dedicati al Buddha,invocando la pace
dell'anima,vedo che trovano anche il tempo di fare rivoluzioni(ben 17 in pochi anni)usando al posto degli incensi...bottiglie molotov!!!Mica male per un samadhi!!!Questa volta ti toccherà fare il corrispondente di guerra!!
Da Ottiglio con Daniela e Pippo ci siamo divertiti a commentare le tue riflessioni. Pippo vuole venire a viaggiare con te, Daniela ha apprezzato le foto e i video ,tutti si chiedono se avrai un futuro come skipper dei prossimi pensionati,a cominciare da Fabri. baci baci da tutti noi con grande invidia di chi rimane "radicato" a terra.
Ho provato ad usare il traduttore in alcune lingue europee ed è molto divertente però poverini me li metti in difficoltà se non scrivi bene ..in italiano!!ah!ah! (vedi per esempio la parola viaggiatore che hai scritto"viggiatore" e che loro pari pari lo hanno riportato senza capire che cavolo volevi dire.Che spasso!!!!(la fretta il volto dismaga,diceva padre Dante)Comunque per noi italiani và sempre bene lo stesso!!!
Stò cercando di riflettere ancora sul tuo ultimo post"cos'è il viaggiare".-E' denso di immagini e di sottili stati d'animo che fanno molto pensare e che cerco di rivivere nella loro intensità pregna di ancora indefinite
aspirazioni ma anche di una impercettibile delusione.L'esserti messo "per lo mare aperto" od il "to get to sea as soon I can" ben presagiscono il vero scopo della tua ricerca,l'annientare il "drizzly November in my soul"Ma
in fondo questo è l'unico vero scopo del viaggio di ogni vita umana.L'importante è prenderne coscienza.Si vive quotidianamente nella banalità ma,la vita quotidiana è veramente così banale o siamo noi che la rendiamo tale
con il nostro sguardo troppo superficiale? Probabilmente c'è ancora in noi troppo dello "shapeless pigmy that walks asleep in the mist searching for its own awekening"!Non è il viaggiatore che insegue la verità e fugge
la monotonia,è la VERITA'che,per mezzo della monotonia,insegue il viaggiatore affinchè si svegli perchè....
"la VERITA' vi farà liberi"...and "like the ether its lifts but the winged"
....."Million d'oiseaux dor,o future Vigueur"...(Rimbaud)
Frammenti di idee , pensieri rincorsi
Forse è utile fare una distinzione tra viaggiatore e il viandante: quest’ultimo,a differenza del "viaggiatore" che percorre la via per arrivare a una meta, aderisce col corpo e con la mente passo dopo passo ai paesaggi che incontra, luoghi che per lui non sono tappe di transito, sulla via del ritorno, in attesa di giungere alla propria “, Itaca”L’odissea del viandante è una continua ripresa del viaggio. Il viaggiare come espressione del “wanderung” il vagare in una eterna ricerca.Non so se sia ancora percorribile l’ideale romantico, ammantato di eroismo. Una tua fotografia in cui sei ritratto di spalle su una bianca spiaggia mi ha fatto tornare alla mente il dipinto di Caspar Friedrich “il viandante sul mare di nebbia”.L’uomo ritratto contempla il paesaggio in cui non si distingue un orizzonte e la vastità e la solitudine del luogo amplificanoLa figura del viandante connotandolo come eroe che ammira il creato.
Melanconica l’idea di un viandante pervaso dal senso di estraneità che lo costringe ad un eterno vagare..”scendo dalla montagna,la valle è nebbiosa,il mare ribolle cammino in silenzio,scontento, e sempre sospirando chiedo:dove? Sempre :dove? Qui il sole mi sembra tanto freddo,il fiore appassito,la vita ormai trascorsa, e ciò che essi mi dicono mi sembra vuoto rumore,io sono straniero ovunque” Wanderee-fantasie.
Ma ciò che cerca il viandante è anche il viaggio come allegoria iniziatica del cammino dello spirito che cerca e trova alla fine sé stesso nel mondo che attraversa.
Dalla cartina sembrerebbe che hai fatto il.."barca-stop"sul...Mecong River!Azzeccato?
Comunque siamo un pò arretrati con gli aggiornamenti.Se continui così
la Geographic Magazine ti revoca l'ingaggio di corrispondente.
Insomma per aggiornarmi mi tocca seguire il tuo percorso su Earth!Meno male è già qualcosa!Certo che,facendo un pò di calcoli,stai superando in viaggi,quell'altro famoso(quasi come te) Marco!Però sarai costretto a scrivere non il Milione ma..."due Milioni" sempre che ti imprigionino e tu abbia la ventura di conoscere un moderno Rustichello da Pisa che ti sproni
alla stesura del libro!E pensare che il povero Marco non aveva un PC
ma una penna d'oca,inchiostro di Cina (naturalmente d.o.c.)e tante pergamene-
Posta un commento