giovedì 16 ottobre 2008

SUWAROW

13°18'S
163°00'W

06 Sept 08, 15.10 utc -10


E' arrivato il momento di salutare BoraBora. 750 miglia circa ci dividono dalla nostra isola di destinazione, Suwarow.
Suwarow è un parco nazionale appartenente alle isole Cook's, è completamente disabitata eccezion fatta del guardiano del parco. E' anche stata l'ultima isola su cui Moatisser abbia vissuto. Ci fermeremo lì per qualche giorno e poi dovremmo ripartire in direzione Vava'u.

Dopo una trentina di ore di navigazione, me ne stavo tranquillo a riposare in cabina, quando un rumore inconfondibile mi ha fatto balzare in piedi ed andare di corsa in pozzetto.
"Voooooooouuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuussssssssssssssssssssssss"
Massimo era già pronto a recuperare la lenza ed io sono corso al timone per fermare la barca e tenerla prua al vento: un pesce gigante doveva aver abboccato a giudicare da quanta lenza si stava chiamando. Inizia a questo punto una lotta per la vita. Da una parte il pesce si dimena per cercare di sfuggire a quel dannato amo di acciaio che gli trafigge la bocca e che lo tira verso l'inferno: fuori dal suo mondo, fuori dall'acqua, fuori dalla vita. Dall'altra il pescatore sente la pressione di questa creatura allo spasmo, che lotta disperatamente per non essere strappata al suo elemento: cerca di recuperare quanta lenza possibile, ma ecco che il pesce fa sentire che non è ancora pronto a mollare; un colpo di coda dietro l'altro, ristrappa metri di lenza dalle mani del pescatore che ora ha le dita segnate dal filo che gli ha quasi segato la pelle. E' un tiro alla fune micidiale: il pescatore tira da una parte per avvicinare il cibo, vuole mangiare; il pesce tira dalla parte opposta per allontanare la morte, vuole sopravvivere. Dopo 30 minuti di combattimenti, ecco il risultato finale:


11 Sept 08, 10.00 utc -11


Arrivati a Suwarow!! La navigazione è stata scomoda per via di un mare grosso con onde incrociate che non ci ha dato tregua. Inoltre il vento incostante con alternanza di tempeste e calme piatte non ci ha favorito. Ma alla fine eccoci qui, il posto è fantastico: un atollo paradisiaco nel mezzo del Pacifico, a 500 miglia da qualsiasi altra isola abitata.
Una volta arrivati la prima accoglienza ci è stata data dagli squali: un allegro gruppetto di una dozzina di squali blacktail non voleva saperne di lasciarci fare il bagno tranquillamente intorno alla barca. Successivamente John, il guardiano dell'isola, ci dice che non sono pericolosi fino a quando non c'è del sangue in giro...

John è il guardiano ufficiale del parco da 7 anni, e vive sull'isola deserta con la sola compagnia della giovanissima moglie Veronica, e dei loro quattro figli. John corrisponde alla mia rappresentazione mentale di Venerdì di Robinson Crusoe.



.


E' molto orgoglioso della sua carica di guardiano del parco e ci accoglie in maniera solenne. Dopo i convenevoli e i documenti, iniziamo a parlare dell'isola, ci racconta la storia dei precedenti abitanti di Suwarow: Tom Neale, il ragazzo che visse qui per circa sette anni, primo abitante assoluto dell'isola che successivamente verrà scoperta da Moatissier, il quale ne farà la sua ultima dimora "fissa", ed in fine - al terzo posto - proprio John in qualità di guardiano mandato dal governo delle Cook's.



John è molto scontento del suo governo: lo lasciano solo con la famiglia senza contatti per mesi, ed un anno sono perfino arrivati ad abbandonarli sull'isola... suwarow è nell'occhio della rotta dei cicloni e dunque durante i sei mesi della stagione degli uragani anche gli alberi se ne andrebbero se potessero schiodare le radici e nuotare nell'acqua fino ad un "urricane hole" (un isola franca dagli uragani con un porto ben riparato). Due anni fa invece John si è ritrovato a dover chiedere un passaggio per sè e la sua numerosa famiglia ad una barca in transito perchè l'autority delle cook's a rarotonga si era "dimenticata" di mandare qualcuno a prenderli.





12 Sept 08


Andrea e Gabriela di Point Zero sono arrivati, e mentre Massimo va a pescare nella pass con Andrea, Gabriela ed Io ci dedichiamo ad un po' di snorkeling.
Suwarow ha in comune con la maggior parte delle altre isole disabitate e lontano dalle rotte normalmente battute una certa atmosfera come di giardino dell'eden: è facile che gli animali, i pesci e gli uccelli dell'isola in cui ci si imbatte non abbiano mai visto un umano prima; di conseguenza sono talmente curiosi che arrivano ad avvicinarsi tranquillamente per scrutare questi strani animali con due game e due braccia...


Sarà allora facile in questi posti voltarsi e trovarsi "tete a tete" con un qualche volatile che ci scruta a soli 30 cm di distanza e sembra chiederci cosa ci facciamo qui. Finchè si tratta di uccelli, tartarughe, parghi, pesce palla, granchi, aragoste o quant'altro questa confidenza può anche essere divertente, ma quando capita invece di girarsi nell'acqua e trovarsi di fronte uno squalo le cose cambiano, forse anche per quella sgradevole sensazione data dal sospetto che quello che si stia chiedendo lo squalo non sia cosa ci facciamo qui, ma "quanto tenera sarà la carne di questo strano pescione?"...


Fantasticando questi pensieri buttiamo l'ancora vicino al reef e fingendo di essere tranquilli ci prepariamo ad immergerci, ma ovviamente al momento di doversi buttare in acqua nessuno lo dice ma preferirebbe che andasse avanti l'altro: purtroppo in qualità di cavaliere non posso agire da gran cialtrone e far andar avanti Gabriela, a questo punto faccio di necessità virtù e bluffo mostrandomi sicuro ed audace nel tuffarmi per primo.
Al primo squalo che mi passa vicino sento gelare il sangue nelle vene, a dispetto dell'acqua intorno a me, che sembra farsi bollente. Rimango impietrito cercando di passare inosservato e seguo con occhi timorosi i veloci spostamenti del pescecane. Sembra che se ne stia andando, quando di scatto si gira e mi punta con gli occhi neri come palle da biliardo e la bocca a mezzaluna, piena di quei denti effilati come falci.





Il desiderio di prendere una foto dello squalo che mi punta è forte, ma la voglia di protendere la macchina fotografica allungando il braccio in avanti è poca, mentre l'istinto di frapporre qualcosa fra me e quelle fauci prevale. Spingo allora i piedi con le pinne verso il muso dello squalo e cerco di nuotare all'indietro, quando vedo che quello, dopo un primo giro di perlustrazione, non sembra affatto dell'idea di provare la carne bianca europea mi tranquillizzo.


Sebbene in giro ce ne siano parecchi, e la sensazione di essere circondati dagli squali non sia certo confortevole, a poco a poco prendiamo confidenza ed iniziamo pacificamente ad interessarci anche degli altri figli di poseidone.
Seguo allora per un po' un gruppo di parghetti che sembra fare nuoto sincronizzato, muovendosi con grazzia in loop perfettamente geometrici.


Mentre girovago fra i massi della barriera corallina, l'inseguimento di un piccolo pesce palla mi porta a scoprire una tartaruga.





13 sept


Uno dei vantaggi di vivere in mare è la possibilità di godere di quei cibi che pur essendo molto semplici e "naturali" sono impossibili da trovare freschi in città.
Anche per chi vive a Milano, che ha la piazza del pesce più fresco in italia, anche per chi è disposto a spendere un patrimonio nei migliori ristoranti di sushi, nemmeno per questi sarà possibile assaporare del pesce crudo come quello che ci hanno preparato andrea e gabriela...
In nessun ristorante di lusso si potrà mai mangiare un pesce che è stato pescato solo 2 ore prima, e molto pochi sono quelli che possono fornirne uno la cui carne sia resa succulenta da miliaia e miliaia di miglia nuotate nell'oceano.


Certo, magari mi toccherà aspettare ancora un anno prima di potermi gustare una buona burrata, ma volete mettere il piacere di assaporare il pesce arrostito sulla spiaggia proprio all'orlo del mare, il gusto particolare di un carpaccio di tonno appena pescato, la sensazione indescrivibile di gustare le ostriche procacciate qualche ora fa con le proprie mani, l'estasi dello spaghetto con le aragoste cacciate la notte prima allo scoglio vicino alla propria barca... Una cosa di certo posso dirvi: tremo all'idea di quando, tornato in italia, dovessi attendere con un numerino in mano il mio turno per comprare da un bancone del supermercato qualche pesce surgelato... allora il pensiero ritornerebbe a quando, invece di sgomitare fra vecchiette e zitelle ed i loro carrelli, nuotavo allo spasmo per acquattarmi sul fondo del mare, aggrappato ad uno scoglio in attesa del momento giusto per scagliare l'arpione contro una bella cernia, con il mio ossigeno ed il sangue del pesce come unica moneta da pagare rispettivamente al mare e agli squali. Forse una lacrima mi segnerà il volto, ma poi un sorriso: l'ho fatto una volta, sarò capace di rifarlo ancora.

E' certo questo il bello dei sogni: una volta che ne hai vissuto uno, un fuoco si accende dentro di te, e sarà la scintilla per bruciare ogni dubbio futuro. Se si lascia che la cenere dell'apatia ci cali sulle spalle, allora bisogna trovare la forza di gonfiare il petto e soffiare via la polvere che copre di grigio le giornate ed appesantisce le palpebre: allora bisogna spalancare gli occhi e trovare la forza di guardare dritto i propri traguardi, lasciare che il sole penetri nel cuore e scaldi la passione, ravvivendo il tizzone che trasforma in fuoco la voglia di farcela. E' questo il carburante dei sogni, e la ricetta per la realtà: la determinazione.




Come mai, Mecenate,
nessuno, nessuno vive contento
della sorte che sceglie
o che il caso gli getta innanzi
e loda chi segue strade diverse?

"Fortunati i mercanti",
esclama il soldato oppresso dagli anni
e con le membra rotte da tanta fatica;
"Meglio la vita militare",
ribatte il mercante sulla nave in balia dei venti,
"Che vuoi? si va all'assalto
e in breve volgere di tempo
ti rapisce la morte o
ti arride la vittoria".
Quando al canto del gallo
batte il cliente alla sua porta,
l'esperto di diritto invidia il contadino;
quell'altro invece, tratto a viva forza
di campagna in città a testimoniare,
proclama che solo i cittadini sono felici.
Esempi simili, tanto son numerosi,
finirebbero per rendere afono
persino un chiacchierone come Fabio.

A farla breve, ascolta
dove voglio arrivare:
se un dio dicesse: "Eccomi qui,
pronto a fare ciò che volete:
tu, ch'eri soldato, sarai mercante,
e tu, giurista, un contadino:
scambiatevi le parti
e via, uno di qua, l'altro di là.
Che fate lì impalati?"
Rifiuterebbero,
eppure era possibile che fossero felici.
...

- Orazio, Satire, I,1 -

2 commenti:

emanuela ha detto...

Carissimo Marco, ti ricordi quel gioco che facevamo ogni tanto in cui uno incominciava a declamare dei versi,e poi passava all'altro il compito di dirne altri e perdeva chi non ne sapeva aggiungere più?Alla tua satira di Orazio rispondo con Saffo 27D:
A chi dei cavalieri,a chi dei fanti
le schiere,ad altri sembra che le navi
sian la cosa più bella sulla terra.
Io, la più bella
credo quella che si ama.
E poi con Pindaro 221S:
Uno è allietato da onori
e corone di cavalli dagli zoccoli di tempesta,
altri amano la vita trascorsa in letti d'oro;
un altro gioisce nell'attraversare con la nave veloce
le gonfie onde del mare.
Mi sono divertita un po',è tanto tempo che non ti vedo ed anche non ti sento al telefono ,non riceviamo le mail, quindi rimane il blog tuo e quello di Pointzero per restare in contatto ,perciò per dirla alla maniera di Orazio"Quodsi...scriverai spesso il blog...sublimi feriam sidera vertice."Carmina I,1 vv 35-36 Per il resto tutto ok, abbracci e baci

franco carlo ha detto...

Ma che strano pesce avete catturato? dalla foto sembra quasi un piccolo capodoglio.certo che siamo proprio cattivi noi esseri umani.Io ho provato un emozione del genere quando qualche anno fà al largo di Ischia ho pescato
con una lenza a mano due tonnetti da circa un metro!Naturalmente per salparli ho ..dovuto chiedere aiuto altrimenti o finivo in mare o mi si staccavano le braccia;però erano... molto buoni(poverini),pescati e mangiati in un giro
di un'ora.Certo,con gli squali è un altro discorso anche se nei documentari si vedono cose pazzesche di persone che si attaccano alle pinne di squali tigre.
Comunque molto bella la foto ravvicinata dello squalo.Quanto ai sogni e ai supermarket di Milano con vecchiette e zitelle,mi viene un dubbio!Ma non è forse
che tu stai"covando"l'idea di sostituire John(venerdì) per sette mesi l'anno o addirittura emulare Tom Neale o Moatissiers?Quei discorsi di "determinazione"
di "ceneri dell'apatia","gonfiare il petto""lasciare che il Sole penetri nel cuore""ravvivare il tizzone" ecc.mi sembrano un pò sospetti!E' vero che Suwarrow è spazzata dagli uragani ma ci sono sempre le Isole Marchesi e gli
isolani molto ospitali!Tahuata!Il precedente di Gauguin ad Atuona,insomma un sacco di buoni pretesti.Un fatto è certo che una buona metà del tuo cuore,
illuminato dal Sole,rimarrà sempre in Polinesia,comunque vadano le cose!E come ti capisco!!!
E l'altra metà? "quod sit futurus cras non querere"