venerdì 28 dicembre 2007

Tensioni della barca e tensioni del corpo.

Atlantico.
9 Dec. 7:59 UTC
Da qualche giorno i primi segni di logorio da alcune manovre, principalmente i preventer (ritenute) che sfregano, sbattono e si strappano; bozzelli e scotte sotto costante sforzo a volte cedono e vanno sostituiti.
Avarie piu' gravi e fastidiose (dovute principalmente al fatto che la barca non e' adatta alla navigazione oceanica) hanno riguardato il sistema wc di dritta rendendo l'aria in buona parte della barca irrespirabile per qualche giorno.

Oggi sono stremato, la mia cabina e' proprio adiacente al guasto e la puzza mi ha provocato una nausea forte, impedendomi di dormire per quasi 2 giorni.
Sono arrivato addirittura a maledirmi per l'idea di imbarcarmi ad attraversare tanto ero stremato dalla nausea, dal tanfo, dal sonno che mi sembra mancare da secoli e dal cibo che non riesco a convincere a starsene nello stomaco.
Paradossalmente piu' va male e piu' sono solerte nei miei compiti a bordo: a timonare non manco di surfare le onde piu' difficili, se c'e' da ammainare lo yenkee two sono il primo ad avventurarsi a prua sul lungo bompresso in legno, noncurante delle onde e del vento.
Se la nausea mi stritola lo stomaco non rifiuto alcun compito sotto coperta. Sorrido, e mi carico nello sfoderare tutta la mia determinazione quando gli altri basiti osservano la mia faccia stremata andare a sudare in cucina per preparare maiale e patate arrosto. Strappo gli applausi, ma non mi gusto il mio pasto perche' devo correre a trovare un posto dove sfuggire l'olezzo e fare la pace col rollio, per cadere nel sonno - unica regione in cui sfuggo la nausea - ed assimilare un' po' di energia.

Ho sviluppato una certa tecnica.
Alla fine del mio turno di guardia, alt timone o appena dopo aver cucinato (a volte le tre cose cadono anche in sequenza), bevo qualcosa di dolciastro e spiluzzico qualcosa di cioccolatoso; poi scendo in coperta ed aspetto: non cedo alla tentazione di consumare il piu' succulento pasto caldo che ogni giorno prepariamo per cena, perche' so che il rollio e la puzza richiameranno puntualmente il mio stomaco a rendere il suo sacrificio quotidiano. Sbrigo dunque il rito esorcistico, ed approfitto poi di quei 10-15 minuti di benessere e lucidita' che lo stomaco vuoto mi regala per impegnarmi a riempirlo al piu' presto con qualcosa di sano e sostanzioso. Successivamente devo sprofondare in un sonno sordo (o quantomeno un torpore sufficiente ad inibire i miei sensi e smorzare i trambusti dell'apparato stabilometrico).
Piu' lo sforzo e' grande, piu' la mia tenacia in grande onranza ne sale; chiaramente.
Pero' il fisico e' stanco, ed io mi chiedo quanti giorni ancora riusciro' a mantenere il sorriso e la calma, due ingredienti fondamentali per chiunque, ma per chi naviga ancor di piu'.

1 commento:

franco carlo ha detto...

Eh purtroppo se la barca non è adatta per le traversate atlantiche ,penso che tutto sommato ti sia andata bene!
e che dopo tutto sei ancora un'osso duro,nonostante,rollii,beccheggi,
puzze(sea cock atturato?)(Che c....di mare!)quasi un tenace Marco Furio Camillo di leggendaria storia,trasportato in mare.ESTOTE FORTES il tuo motto?
FRANGAR SED NON FLECTAR?-Che vuoi farci Ishmael,l'Atlantico non è una passeggiata!Ieri vedendo alla TV un documentario sull' ROYAL CLIPPER,con 5 alberi 135mt.di lunghezza 42 di larghezza.con velacci,velaccini,pappafichi,contrap
pappafichi,un bompresso lunghissimo di chissà quanti metri,aria condizionata a bordo, che stà veleggiando in crociera per i Caraibi con ricchi passeggeri a bordo,amanti sì del mare ma sopratutto delle comodità,mi sono detto:ma guarda un pò questi,mentre il povero Ishmael ha dovuto sudarsi sette "felpe" tra turni di guardia,puzze e cucina per fare lo stesso viaggio!!!Va beh, tu mi dirai,ma la mia soddisfazione me la sono guadagnata a denti stretti! e
quà non mi resta che darti ragione!
Ora ti riposerai esplorando Martinque
e come il buon Virgilio diceva:
..."voi credete forse che siamo sperti d'esto loco
ma noi sem peregrin,come voi siete
Dianzi venimmo innanzi a voi un poco
per altra via che fù si aspra e forte
che lo salir omai ne parrà gioco"