6 Dec 03:50 utc
course: 270*
In mezzo all'Oceano tutto e' scandito dal ritmo delle onde: immense e - per noi tranquilli navigatori mediterranei - assolutamente spropositate.
La marea e' la regina del Divenire: ben presto ci si accorge che anche solo tentare di muovere un passo senza considerare la sua legge (senza conformarsi all'alternanza di possibile ed impossibile tessuta dal ritmo e dalla direzione delle onde) comporta uno sforzo mostruoso e ben presto porta al fallimento. Inutile tentare di alzarsi dalla cuccetta quando suona la sveglia o si ha voglia di una boccata d'aria: bisognera' aspettare la rollata giusta, muoversi, e dunque fermarsi ancora; attendere obliqui che lo scafo scali il dorso dell'onda per poi spostarsi velocemente sospinti dalla discesa nel cavo: raggiungere un buon punto dove ancorarsi ancora, in attesa della prossima onda con cui volteggiare fino al successivo passo. Poi fermarsi ancora. Perche' se testardamente si tenta di proseguire a camminare, come faremmo a terra, invece di essere accompagnati dallo scafo che rolla sull'acqua veniamo scaraventati dalla parte opposta, come mossi da una mano invisibile.
Non si puo' contrastare il mare che investe la poppa della barca facendola rollare al ritmo di una gravita' nuova: all'interno della barca e sul ponte la forza di gravita' e' relativa alle onde e rolla intorno alla chiglia. Possiamo farcene una ragione, seguire i passi improvvisati dall'acqua di questa danza particolare, ma bisogna abbandonare la volonta' di scandire il tempo con le nostre azioni, e rassegnarsi alla frequenza, alla altalenante tempistica del mare che crea il tempo ed il divenire delle cose.
Piu' tardi...
Come si spiega un posto dove cio' di cui normalmente ci stupiamo prolifica e si moltiplica a dismisura?
Non si vedono pallidi tricolori: qui "arcobaleno" significa davvero la firma di Dio. Una mattina ce ne erano tre, contemporanei, a marcare l'orizzonte con punti cardinali ad incrociarsi. Larghe e nitide bande colorate che si estendono a ricordarmi che non c'e' solo il blu del mare e tutta quella gamma di argentinei colori che i riflessi del sole inventano sull'acqua...
Poi arriva la notte ed il cielo limpido regala lo spettacolo delle costellazioni in rivoluzione.
Se potessi per una notte esentarmi dai miei compiti a bordo, sacrificherei quelle ore al cielo: sdraiato sul ponte terrei gli occhi spalancati a seguire le evoluzioni delle stelle, dal tramonto fino all'alba, quando le prime luci si irradiano dall'orizzonte e a poco a poco coprono come un velo tutte le lampadine della notte. E' un po' come una notte al contrario.
Durante quella scura, di notte, lo spettacolo strabiliante sono le stelle cadenti. Qualche giorno fa ne ho vista una cosi' grande, lunga e brillante da credere che potesse cadere a pochi metri da noi. Tutto ad un tratto una palla di argento vivo ha squarciato il manto bruno della notte per poi cadere a parabola lungo l'orizzonte, proprio a mezza altezza dal mare.
A mano a mano che avanzava un giallo sempre piu' intenso bruciava a lasciare una scia netta e prolungata nel buio, tanto spessa e marcata da sembrare un solco. Ho avuto il tempo di vederla e girare di 180 gradi la testa per seguirne l'evoluzione. Quando poi la stella e' scomparsa, la scia si e' lentamente esaurita come la fiamma di un accendino agli sgoccioli di gas.
...salto nel tempo...
A proposito di stelle, qualcosa di incredibile sarebbe avvenuto di qui a qualche giorno.
La notte del 14 dicembre, verso le 5 ora locale, approcciavamo la costa della martinica dopo 14 giorni di navigazione oceanica.
A celebrare il nostro arrivo, in un incredibile atmosfera fra la notte e l'aurora, il cielo stellato e' esploso in un'eruzione di stelle cadenti piccole e grandi.
Uno strabiliante naturale spettacolo pirotecnico, una pioggia di stelle da far impallidire ogni notte di s. Lorenzo: in soli due minuti ne sono comparse piu' di 60 a togliermi la voglia di contarle.
Non ci si puo' immaginare un benvenuto migliore, che e' durato dino a che il sole non e' spuntato ad adombrare di luce abbagliante quello spettacolo incredibile....
2 commenti:
Come si volgon per tenera nube
due archi paralleli e concolori
quando Giunone a sua ancella iube
Nascendo di quel d'entro quel di fuori
a guisa del parlar di quella vaga
ch'AMOR consunse,come vapori
e fanno quì la gente esser presaga
per lo patto che Dio con Noè pose
del mondo che giammai più non si allaga...(Par.XII°10-18)
13 arcum meum ponam in nubibus et erit signum foederis inter me et inter terram
14 cumque obduxero nubibus caelum apparebit arcus meus in nubibus
15 et recordabor foederis mei vobiscum et cum omni anima vivente quae carnem vegetat et non erunt ultra aquae diluvii ad
delendam universam carnem
16 eritque arcus in nubibus et videbo illum et recordabor foederis sempiterni quod pactum est inter Deum et inter omnem animam
viventem universae carnis quae est super terram
17 dixitque Deus Noe hoc erit signum foederis quod constitui inter me et inter omnem carnem super terram (VUL.13-17)
..Lì si cantò non Bacco,non Peana
ma tre Persone in divina natura
ed in una persona essa e l'umana
(PAR.XIII°25-27)
"panta rei".. "egò eìmi to phos tou kosmou"..."ego sum qui sum".."GNOTI SE' AUTON"..è UN UNICO ENIGMA da meditare-la barra del timone và puntata su.."en to phos tò alethinòn,O PHOTIZEI PANTA ANTHROPON"
..fatti non foste per viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza
Diceva ser Brunetto.."se tu segui
tua stella ,non puoi fallir a glorioso porto...veggendo il cielo
a te così benigno!
Come si volgon per tenera nube
due archi paralleli e concolori
quando Giunone a sua ancella iube
Nascendo di quel d'entro quel di fuori
a guisa del parlar di quella vaga
ch'AMOR consunse,come vapori
e fanno quì la gente esser presaga
per lo patto che Dio con Noè pose
del mondo che giammai più non si allaga...(Par.XII°10-18)
13 arcum meum ponam in nubibus et erit signum foederis inter me et inter terram
14 cumque obduxero nubibus caelum apparebit arcus meus in nubibus
15 et recordabor foederis mei vobiscum et cum omni anima vivente quae carnem vegetat et non erunt ultra aquae diluvii ad
delendam universam carnem
16 eritque arcus in nubibus et videbo illum et recordabor foederis sempiterni quod pactum est inter Deum et inter omnem animam
viventem universae carnis quae est super terram
17 dixitque Deus Noe hoc erit signum foederis quod constitui inter me et inter omnem carnem super terram (VUL.13-17)
..Lì si cantò non Bacco,non Peana
ma tre Persone in divina natura
ed in una persona essa e l'umana
(PAR.XIII°25-27)
"panta rei".. "egò eìmi to phos tou kosmou"..."ego sum qui sum".."GNOTI SE' AUTON"..è UN UNICO ENIGMA da meditare-la barra del timone và puntata su.."en to phos tò alethinòn,O PHOTIZEI PANTA ANTHROPON"
..fatti non foste per viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza
Diceva ser Brunetto.."se tu segui
tua stella ,non puoi fallir a glorioso porto...veggendo il cielo
a te così benigno!
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