venerdì 5 settembre 2008

ECCOCI QUA

Ho iniziato a ricevere messaggi minatori di simpatie ed eredita' revocate, forse e' meglio che inizi a dare qualche notizia di me agli amici ed il famigliame.
L'ultima volta che ho scritto sul blog porta la data del 26 giugno sebbene la traversata del pacifico si fosse conclusa addirittura 20 giorni prima, esattamente all'alba del 6 Giugno..

E' allora a quella mattina grigia che torna la mente, avvolta dai ricordi come la nebbia intorno alle montagne di Fatu Hiva. Per giorni e giorni abbiamo attraversato una distesa di blu, a volte agitata e roboante, a volte cosi' piatta e calma da poter passare le ore a scrutare la propria immagine riflessa dall'oceano: un immenso specchio blu avvolgente l'orizzonte. Ve lo immaginate? Vi alzate la mattina e la vostra stanza e' l'infinito, il cielo e' il tetto, e lo specchio del bagno in cui scrutate la vostra immagine e' l'oceano intero, e voi nel mezzo.

Dove ho brindato al mio ventiquattresimo compleanno? Sull'oceano, nell'anticamera del mondo. Un po' come quando ad un party troppo affollato si esce fuori dalla mischia: una boccata d'aria fresca.

La traversata pacifica e' passata senza troppi colpi di scena, a parte qualche giorno dopo il mio compleanno, quando a spegnere le candeline tocco' all'armatore. Solo che le candeline scarseggiavano, ed invece le bottiglie di vino e rhum fioccavano, col risultato che qualcuno fini' rotolando, mentre io mi occupavo di recuperare lo spi finito sotto la barca in seguito alla rottura della drizza e mi preoccupavo che chi non voleva andare a letto (nonostante stranamente non si reggesse in piedi) non finisse tuttavia a dormire sul fondo del mare... cosa volete? il bello della diretta...

Ma come vi posso spiegare l'emozione di vedere terra dopo tanto mare? Era davvero una montagna, bruna! e parvemi alta tanto quanto veduta non ne avea alcuna... Una montagna enorme, un corpo estraneo, una breccia nella costante e quotidiana distesa di blu che ormai da settimane copriva il susseguirsi del giorno e della notte.

Poi la baia delle vergini... la bellezza di quel posto deve essersi fatta strada dentro di me, ha scavato le pupille, piegando le retine, premendo i nervi ottici fino a scolpire nel cervello una immagine così indelebile che ancora adesso il ricordo e' come il rilievo di una crosta su cui passo i polpastrelli per tastare una ferita non ancora rimarginata. Muraglie e sculture di pietra scavata dal vento formano il cancello d'accesso ad una valle gialla come l'oro.

Il pamplemous e l'incontro coi marchisiani.
Cosa vi aspettavate? Appena ancorati una piroga mossa a pagaiate da un gruppetto di locali ci viene a dare il benvenuto: con le mani alzate ci offrono della frutta, noi ricambiamo con birra, in lattina.
Il frutto che ci hanno portato lo chiamano "pamplemous" ed in effetti assomiglia ad un grande pompelmo verde... ci guardiamo un po' sospettosi: nessuno e' mai andato pazzo per il pompelmo... Ma una volta aperto ed assaggiato scopriamo che e' un frutto meraviglioso, dissetante come l'acqua fresca di una cascata e gustoso come l'uva pregiata.
Alle marchesi i generi di prima necessita' in particolare (ma volendo anche i piu' differenti) non si acquistano, e' molto piu' conveniente il baratto: l'alcol e' la moneta piu' forte, il pezzo da novanta. Per quello che riguarda la frutta, poi, basta essere ben visti dai locali: e allora se vuoi un frutto coglilo dall'albero.
Perche’ la vera ricchezza delle marchesi, il gioiello dentro lo scrigno, sono proprio le persone: la loro ospitalita’ nella maggior parte dei casi arriva ad essere commovente. Nell’isola di Tauata, ad esempio, siamo stati ospitati per 3 giorni dal capovillaggio e sua moglie, abbiamo festeggiato con la famiglia, i parenti e gli amici, siamo stati invitati a pranzo, colazione e cena… L’ultimo giorno ci hanno donato collane e pendoli creati da loro e mentre ci allontanavamo dalla baia erano tutti a salutarci sulla spiaggia.


Nell’isola di Ua pou, ci ha ospitato una famiglia cucinandoci il maiale selvatico in salsa di cocco, e dopo il pranzo meraviglioso abbiamo parlato delle usanze e della cultura marchisiane. Il capofamiglia ci ha raccontato e spiegato il mito della creazione delle marchesi ed il significato della loro iconografia nonche’ dell’arte dei tatuaggi.
Nell’isola di Nuku Hiva, il nostro tatuatore Matatiki, ci ha ospitato ed accolto fra i suoi amici.
Ma non solo i marchisiani, sono speciali anche le persone che si incontrano qui, gli altri velisti, perche’ in qualche modo tutti vengono contagiati dalle marchesi…




Dopo aver salutato i nostri amici alle marchesi, ci siamo diretti a sud ovest verso le Tuamotou. La traversata di 900 miglia è passata senza problemi, e quando siamo arrivati ci hanno accolto gli atolli meravigliosi dove il segno più alto che può turbare la linea dell'orizzonte è il profilo di qualche palma da cocco. Purtroppo al momento di spostarci verso Rangiroa abbiamo toccato il reef, iniziando a imbarcare acqua. Perfortuna eravamo ancora dentro l'atollo e siamo riusciti ad ancorarci ed approntare una riparazione d'emergenza. Il successivo spostamento verso Papetee si è svolto con la pompa di sentina in azione ogni 3/4 ore ed un occhio sempre alla falla, che non imbarcasse troppa acqua.

Poi Papetee.
Dopo le varie formalità per farci alare e preparare il cantiere per le riparazioni serie, in una birreria ci siamo imbattuti in Stephan, contrabbandiere di perle mezzo corso e mezzo svizzero che vive da anni in polinesia. Il soggetto aveva tutte le carte in regola per diventare nostro amico ed infatti ci ha guidato nelle notti attraverso i locali più malfamati di Papetee.


Appena finiti i lavori di refitting alla barca ci siamo messi a girare le isole della Societa', fino a giungere qui a BoraBora, da cui sto ora scrivendo.

E' il cinque Settembre, e domani dovremmo fare vela verso Suwarow, la più sperduta delle isole cook...

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Vi segnalo il sito di Andrea e Gabry, con cui dovremmo navigare in flottiglia fino alla Nuova Zelanda: dreamyachting.com

10 commenti:

franco carlo ha detto...

peccato che non ci hai dato qualche accenno sul mito della creazione delle Isole Marchesi.Avremmo avuto qualche elemento in più per approfondire la incontaminata ed estroversa disposizione animica di quella popolazione che riesce ancora a vivere,nel XXI°sec., allo stato edenico

Anonimo ha detto...

Ciao Marco Furio,
Non ci conosciamo, ma leggo con costanza il tuo blog. Grazie per averlo aggiornato e buon vento!

anna grazia ha detto...

Ciao piccolino ben tornato a noi; le tue fotografie ci fanno vivere le tue meravigliose esperienze e ci permettono di vedere che hai ancora contatti con il passato(vedi maglia con striscia verde produzione Alex). Vorrei tanto stare li con te speriamo di riuscirci a natale. bacioni la preside

Unknown ha detto...

Chissà a che punto sei della traversata tra Bora Bora e la New Zealand,come sta andando?Scrivi qualcosa, un rigo appena...lo so che non è semplice speriamo tu riesca a farlo.Il " clima " generale qui in Italia non è very up ma abbastanza down tutti sono un po' schizzati ma il motto è resistere e sorridere,meno male che ogni tanto ci "tuffiamo" nel tuo blog o in quelli dei tuoi amici ci immergiamo nei racconti e nelle immagini,studiandone tutti i particolari e ci sembra di essere vicino a te abbracci e baci baci

franco carlo ha detto...

Ho riletto con calma le tue riflessioni sul viaggio a Cuba e alcune cose mi hanno particolarmente colpito.La rassegnazione dei cubani ormai connaturata,alle lunghe code giornaliere per poter espletare le proprie faccende,il desiderio di poter ottenere...una bic,e le sanzioni a cui vanno incontro
se ospitano uno straniero a bordo della loro auto!!
Quanto al tuo girovagare per Colon, a parte la tristezza che hai provato
nel vedere una bella città ormai in declino,qualcosa che deve averti
impietosito deve essere stata richiesta di quel bimbo a poter venire via con te.Chissà quale triste storia di vita si nascondeva dietro quella infantile richiesta!
Quanto al tuo imbarco sull'Oasis,deve essere stata una esperienza molto pregnante.Il vivere gomito a gomito con giovani ma" pericolosi intellettuali"il
cercare di intuire le loro disastrate vite,studiare il loro comportamento
in quella loro seconda vita di rieducazione deve aver molto stimolato il tuo innato senso di riflessione.Ma quello di più shockante deve essere stato
quell'attimo drammatico che poteva diventare fatale allorchè due diversi destini,due stili diversi di vita si sono in una frazione di secondi,incrociati
per concludersi in azione positiva per entrambi,azione che darà adito a riflessioni e ripensamenti futuri e forse ad un cambiamento di modo di vivere.
Pensa alle strane "coincidenze" della vita: due persone estranee appena incontrate,un momento drammatico,un gesto immediato,un ricordo indelebile
nell'anima di entrambi sia pure con sfumature diverse!
Tra l'altro trovo molto istruttivo questo sistema di recupero di giovani difficili
La vita attiva di mare è una scuola di vita molto efficace;stimola la volontà,
il senso di disciplina,il coraggio nei momenti del pericolo che non manca mai,la rapidità delle decisioni,e non ultimo il cameratismo.
Tu l'hai fatto per libera scelta,e...in compenso hai goduto la bellezza delle
isole Marchesi!

franco carlo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
franco carlo ha detto...

Oggi mi sono divagato un pò sull'atollo di Suwarrow (o SUVAROV dal comandante della nave russa che lo ha scoperto nel 1814)
Ho visto che è una riserva naturale e che ci vive periodicamente un "caretaker"con la famiglia.Ho scoperto che per alcuni anni un certo Tom Neale ha vissuto
da eremita(bel coraggio con tutti gli uragani che ogni tanto vi imperversano)
Ho poi visto che bisogna pagare $50 dollari per 15gg.per l'ancoraggio e che ci sono tanti piccoli isolotti,che da lontano non si vedono proprio.Insomma qualcosa di
altamente esclusivo per il solito turismo di massa.In fondo deve essere abbastanza
affascinante.Aspetto tuo commento e tue foto.(bring you back Mr.Flashback!)

emanuela ha detto...

abbiamo ricevuto questa mail da marco Arrivati a Suwarow da qualche giorno, dovremmo ripartire dopodomani per essere alle tonga fra una settimana. Qui tutto bellissimo, faccio il bagno con gli squali e passeggio per isolotti deserti perché sono stati spazzati da un uragano. La compagnia delle altre barche è divertente ed il guardiano dell'isola sembra Venerdì di Robinson Crusoe.
Mangiamo pesce buonissimo tutti i giorni e andiamo a pesca.
Vi scrivo dalla barca di Andrea e Gabry (ho messo il loro sito sul blog) NON rispondete qui (a meno di emergenze), ma sulla mia mail, risponderò poi quando arrivo alle tonga. Bacioni
M

franco carlo ha detto...

Bene buon viaggio per il Regno di Tonga.Chissà se saranno così ospitali come a Tauata con il capovillaggio"il gioiello entro lo scrigno" che vi ha ospitato
per tre giorni.Lì a Tonga nella capitale Nufu'Alofa, dovrebbe ospitarvi il re Siaosi Tupou V° in persona,per non essere da meno dei polinesiani francesi o del
simpatico John(Venerdi) di Suwarrow.

franco carlo ha detto...

Stupenda la foto del...naufragio!!
per fortuna non hai voluto perpetuare la stoica tradizione marinara del Comandante che affonda con la nave!!
D'altra parte la nave non era la tua e quindi ..il tuo onore è salvo!!!E poi mancava anche l'orchestrina come sul Titanic,senza contare la terribile responsabilità del continuare ad aggiornare il blog che purtroppo tra una pescata ed una mangiata di pesce langue un pò!
Buon viaggio "ventilato" ma speriamo non troppo e a risentirci..sù questo schermo.